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«Al cane gli fai fare quello che vuoi. È intelligente. Se gli parli, capisce. Ora, non devi stare lì a fargli della filosofia, attento. Ma se te gli dai degli ordini, li fa. Devi solo farglielo vedere. Vuoi che il cane si metta a terra? Prendi il cane, lo carezzi, poi piano piano lo abbassi con la mano sul collo e intanto gli dici “Terra!”. E glielo ripeti, quando il cane è giù. E gli dai un biscottino. Poi, piano piano, volta volta, glielo fai rifare senza biscottino».
Questo sembrò ricordare qualcosa al barbone, che guardò il suo bicchiere già vuoto e subito dopo Massimo. Il quale, con professionalità, glielo riempì per la terza volta. Orfei ne buttò giù un bel sorso, e poi sorrise per la seconda volta nella giornata (o, forse, nel mese).
«Poi, piano piano, volta volta, gli dici solo “Terra!”. E lui, pum, si mette giù. E così il resto. Se sei bravo, gli insegni le peggio cose».
«E lei era bravo?».
«Ero il meglio. Ciò fatto degli spettacoli, coi cani, che nemmeno te l’immagini. E mai che abbia dovuto usare un bastone. Mai una volta. Mai dato una legnata a un cane». Orfei scolò il resto del bicchiere con evidente soddisfazione, contento di aver trovato qualcuno che lo ascoltasse e che capisse così bene i bisogni di un povero ramingo. «Neanche te l’immagini, cosa possano fare i cani. Acchiappano le cose al volo. Trovano gli oggetti, li scelgono. Aprono le porte».
«Aprono anche i bidoncini?».
«Eh?».
«Dico, se uno bravo li addestra bene, saprebbero anche aprire i bidoncini della raccolta differenziata?».
Orfei guardò Massimo con sorpresa. Massimo ricambiò sorridendo. Poi, gli tese la mano.
«Lei è un genio» disse Massimo. «Glielo dico sinceramente».
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papone
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Last Edit: 11 years 3 months ago by papone.
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Mentre celebrava la messa di Natale, un papa fu aggredito, ferito e portato via con violenza da un nobile romano. Il popolo però accorse in sua difesa, attaccando gli uomini del nobile e costringendolo a liberare il papa, che poté ritornare in chiesa e riprendere la messa.
Qual è il nome di questo papa ?
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papone
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L'Epifania (anche detta Epifania del Signore) è una festa cristiana celebrata il 6 gennaio (cioè dodici giorni dopo il Natale). Nei Paesi in cui non è festività civile, viene spostata alla domenica tra il 2 e l'8 gennaio. L'Epifania è considerata dalla Chiesa cattolica una delle massime solennità celebrate, assieme alla Pasqua, il Natale, la Pentecoste e l'Ascensione. È festa di precetto.
Il termine "epifania" deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa "mi rendo manifesto") e dal discendente sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia (che può significare manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina). In San Giovanni Crisostomo Έπιφάνια assume la valenza ulteriore di "Natività di Cristo".
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Il termine ἐπιφάνεια veniva utilizzato dai greci per indicare l'azione o la manifestazione di una divinità (mediante miracoli, visioni, segni, ecc.).
Nel III secolo i cristiani iniziarono a commemorare, con il termine Epifania, le manifestazioni divine (come i miracoli, i segni, le visioni, ecc.) di Gesù. In particolare, tra queste manifestazioni si annoverano: l'adorazione da parte dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana. Oggi con questo termine si intende invece la prima manifestazione pubblica della divinità, con la visita dei Re Magi (sacerdoti astronomi Persiani) al bambinello Gesù.
Nel mondo ortodosso, alcuni usano il termine Epifania per indicare la festa che cade sempre il 6 gennaio (o tredici giorni più tardi nelle Chiese che seguono il calendario giuliano) e viene più correntemente chiamata Teofania. In questo giorno viene celebrato il battesimo di Gesù nel Giordano, mentre la visita dei Magi, commemorata dai Cattolici di rito latino e da altre Chiese occidentali in una festa a sé, nelle chiese di rito bizantino viene celebrata il giorno stesso del Natale
Pala dell'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Ortisei consacrata alla epifania e a San Ulderico vescovo. Dipinto di Josef Moroder-Lusenberg del 1880 ca
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Epifanio ci racconta il Battesimo di Gesù come la manifestazione della sua divinità:
« [...] Quando tutto il popolo si fu battezzato, venne anche Gesù e fu battezzato da Giovanni. E allorché uscì dall'acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito Santo in forma di colomba che discendeva e penetrava in lui. E dai cieli venne una voce che disse: Tu sei il mio figlio diretto: in te mi sono compiaciuto. E poi ancora: Io oggi ti ho generato. E in quel momento una gran luce illuminò tutto il luogo. Vedendolo Giovanni gli disse: Tu chi sei? E di nuovo una luce dal cielo a lui: Questo è il mio figlio diletto in cui mi sono compiaciuto. Allora Giovanni gettandosi ai suoi piedi disse: Ti prego Signore, battezzami tu! Ma egli vi si oppose, dicendo: Lascia, perché così conviene si adempiscano le cose »
(Epifanio, Haer. XXX 13,7)
Riguardo alla nascita di Gesù il testo dei Vangeli, come quello di tutte le altre opere di scrittori antichi, è il frutto di un lavoro storico, filologico e dottrinale che richiede delle scelte tra alternative differenti. Ad esempio Epifanio cita un passo del vangelo di Luca 3,22 diverso da quello riportato dalle attuali traduzioni della Bibbia; questa discrepanza è presente in vari codici, tra cui il codice Bezæ: le parole di Dio sono rese Σὺ εἶ ὁ υἱός μου ὁ ἀγαπητό,εγὼ σήμερον γεγέννηκά σε (su ei huios mou ho agapetos, ego semeron gegenneka se, Tu sei il mio figlio prediletto, in questo giorno ti ho generato) al posto di ἐν σοὶ εὐδόκησα (en soi eudokesa, in te mi sono compiaciuto).
I Magi sono stati interpretati come Re Magi per l'influsso di Isaia 60,3, e sono stati attribuiti loro i loro nomi di Melchiorre (semitico), Gaspare (camitico) e Baldassarre (iafetico).
Secondo il Vangelo di Matteo (2,2) i Magi (non precisati nel numero), guidati in Giudea da una stella (ἀστέρα, da ἀστήρ, stella od astro), portano in dono a Gesù bambino, riconosciuto come "re dei Giudei" (Mt 2,2: βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων), oro (omaggio alla sua regalità), incenso (omaggio alla sua divinità) e mirra (anticipazione della sua futura sofferenza redentrice) e lo adorano.
Con l'Epifania si celebra la prima manifestazione della divinità di Gesù all'intera umanità, con la visita solenne, l'offerta di doni altamente significativi e l'adorazione dei magi, autorevoli esponenti di un popolo totalmente estraneo al mondo ebraico e mediterraneo. Avvenimento di fondamentale importanza per la tradizione cristiana, che ha trovato riscontro in numerosissime opere d'arte.
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Nelle chiese cristiane ortodosse (dove è seguito il calendario giuliano), il 7 gennaio si celebra la Nascita di Gesù, a causa di una differenza di tredici giorni fra calendario gregoriano, in uso in occidente dal 1582, e il calendario giuliano precedente, ancora in uso in certe chiese ortodosse. Di conseguenza l'Epifania è celebrata il 19 gennaio.
La festa dell'Epifania, dodici giorni dopo il Natale, è parte del Tempo di Natale. Come per il Capodanno, anch'essa è definita come festa di precetto.
Anticamente nel rito romano iniziava con essa il Tempo d'Epifania, un periodo del calendario liturgico presente anche in diverse chiese protestanti. Esso consisteva nelle seguenti domeniche e festività:
6 gennaio: Epifania del Signore
I domenica dopo l'epifania: festa della Sacra Famiglia
II domenica dopo l'epifania: Exsultat gaudio pater justi
III domenica dopo l'epifania: Omnis terra adoret te
IV domenica dopo l'epifania: Adorate deum
V domenica dopo l'epifania
VI domenica dopo l'epifania.
Così è tuttora nella forma straordinaria del rito romano.
Invece nella forma ordinaria, successiva alla riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, il Tempo dell'Epifania è stato inglobato in parte nell'ultimo periodo del Tempo di Natale e in parte nel tempo ordinario. Inoltre è stato stabilito che, nei Paesi in cui non l'Epifania non è festività civile, essa venga spostata alla domenica tra il 2 e l'8 gennaio.
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Nelle varie culture la celebrazione dell'Epifania si accompagna a simboli e tradizioni diverse di derivazione molto antiche (culti solari) frammiste a contaminazioni più recenti come:
la Stella Cometa che guida i Re Magi (tradizione orientale contaminata dal cristianesimo);
l'accensione di fuochi augurali (culti solari);
lo scambio di doni come quelli associati in Italia dalla Befana:
le feste popolari;
la tradizione dei regali ai bambini (nella calza), soprattutto nei paesi di tradizione cattolica. In Italia, i doni sono portati dalla Befana (personificata da una vecchia brutta ma buona, legata secondo la tradizione all'adorazione dei Magi). In Spagna, i regali sono portati dai Re Magi.
l'uso, nella maggior parte dell'Europa, di preparare un dolce al forno con dentro la figurina di uno dei tre re Magi: spesso si nasconde la figurina e la persona cui capiterà il re, diventerà il re della giornata con particolari privilegi ed obblighi (Galette des rois).
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La stella di Betlemme è quel fenomeno astronomico che, secondo il racconto del Vangelo secondo Matteo (2,1-12.16), guidò i Magi a fare visita a Gesù appena nato.
La dicitura comunemente più diffusa per indicare la stella di Betlemme è la contraddittoria stella cometa, che accorpa due corpi celesti completamente dissimili tra loro: la stella è di grandi dimensioni, si trova a enormi distanze dal sistema solare e nel firmamento appare fissa e puntuale; la cometa è di piccole dimensioni, si trova all'interno del sistema solare e nel firmamento appare mobile e con una forma e dimensione non puntuale.
La storicità del racconto è discussa. Storici non-cristiani e alcuni biblisti cristiani lo vedono come un dettaglio di un racconto midrashico di carattere haggadico. Altri biblisti cristiani ne ammettono la veridicità storica. Altri identificano la stella con una triplice congiunzione di Giove, Saturno e Marte verificatasi nel 7 a.C. nella costellazione dei Pesci
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Il dibattito antico sulla natura della stella
Già nell'antichità le opinioni dei cristiani erano discordi, anche perché le opinioni dei filosofi sulla natura dei corpi celesti erano confuse. Secondo il filosofo ebreo Filone di Alessandria e prima di lui Platone e gli Stoici, le stelle "sono creature viventi, ma di un genere interamente spirituale". Perfino Aristotele espresse giudizi contraddittori sull'argomento. L'identificazione delle stelle con gli angeli traspare in molti testi biblici o della letteratura giudaica. Perciò diversi padri della chiesa, fra cui Giovanni Crisostomo, non videro alcuna contraddizione nel fatto che una stella, cioè un angelo, scendesse in terra a guidare i Magi sino alla stalla di Gesù, secondo la narrazione popolare e in analogia alla guida data a Israele durante l'Esodo (14,19; 23,20; 32,34; 33,2.
Una linea di pensiero completamente diversa compare in Origene di Alessandria, che sostenne che dovesse trattarsi di un evento naturale e non miracoloso. San Gerolamo, poi, combatté l'idea che le stelle potessero essere angeli e finalmente nel 553 il Concilio di Costantinopoli II escluse tassativamente che i pianeti o le stelle potessero avere un'anima.
La maggior parte degli esegeti antichi, quindi, interpretarono la stella come un fenomeno celeste inanimato, naturale o portentoso, ma senza identificarlo con una cometa. Nell'iconografia cristiana antica, infatti, la stella non è mai rappresentata con la coda. L'esempio più antico è un affresco delle Catacombe di Priscilla (III-IV secolo).
La comune rappresentazione a forma di cometa e la dicitura "stella cometa" risalgono al fatto che Giotto, impressionato dal passaggio della Cometa di Halley nel 1301, la disegnò appunto come una cometa dalla lunga coda nella Cappella degli Scrovegni a Padova. A partire dal XV secolo il particolare ha avuto una straordinaria fortuna artistica, in particolare nelle rappresentazioni della Natività e del presepe.
La coda risponde al desiderio di rappresentare un oggetto celeste che indichi una direzione, in accordo con la lettura popolare del testo evangelico.
Una stella nella Adorazione dei Magi nella lunetta del portale dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì (XIII secolo)
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Testo del Vangelo
Ecco il testo di Matteo, in cui si riportano anche alcuni termini del testo originale greco:
« Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (tòn astéra en têi anatolêi) e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.
Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella (o astér), che avevano visto nel suo sorgere (en têi anatolêi), li precedeva (proêghen autoús), finché (eôs) giunse e si fermò sopra (estáthe epáno) il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
(...). Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. » (Matteo 2,1-12.16)
Come si può constatare, il racconto biblico non corrisponde esattamente alla comune tradizione popolare cristiana e contiene, invece, utili dettagli che occorre sottolineare:
Il testo non specifica quanto tempo dopo la nascita di Gesù fossero arrivati a Betlemme i Magi, né che Gesù e i suoi si trovassero ancora nel ricovero di fortuna (la "stalla") dove aveva avuto luogo il parto. Dal vangelo secondo Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme almeno 40 giorni, cioè sino alla Presentazione al Tempio. La visita dei Magi e l'immediatamente successiva fuga in Egitto dovrebbero aver avuto luogo dopo questo evento, in contrasto con la tradizione liturgica, che lascia solo dodici giorni fra Natale ed Epifania;
Non si dice né che i Magi fossero re, né quale fosse il loro numero e il loro nome (si veda la voce Magi per l'origine successiva di queste tradizioni);
Il termine "magi" indica l'appartenenza a una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, il cui centro più importante era Babilonia. Le parole en têi anatolêi (= "al suo sorgere") possono anche essere tradotte "in Oriente", rafforzando l'indicazione della provenienza dei Magi (a oriente di Gerusalemme c'era Babilonia e più in là la Persia);
Alternativamente la traduzione di en têi anatolêi come "in oriente" potrebbe indicare che la stella splendeva a est. Dato che più tardi, a Gerusalemme, la stella risulta splendere a sud, questa traduzione favorirebbe l'interpretazione della stella come una cometa;
Matteo, però, usa il termine "astér", più adatto per una stella che per una cometa;
Il testo non dice affatto che i Magi siano arrivati a Gerusalemme seguendo la stella, ma soltanto che la vista della stella li indusse a cercare notizie alla corte di Erode sulla nascita di un re dei Giudei;
Solo grazie ai Magi Erode fu informato della nascita di Gesù. Ciò potrebbe indicare che l'interpretazione dello (o degli) eventuali eventi astrologici non era ovvia per gli astrologi ellenistici, mentre era più chiara per quelli caldei.
I Magi "provarono una grandissima gioia" perché la posizione della stella corrispondeva proprio alla direzione di Betlemme, non perché fosse ricomparsa dopo un temporaneo occultamento. Il testo non afferma, ma non esclude, che la stella sia rimasta ininterrottamente visibile per tutto il viaggio (come necessario se fosse stata una cometa o una nova);
La stella splendeva a sud di Gerusalemme (questa, infatti, è la direzione di Betlemme);
Non si afferma neppure che la stella si sia fermata sopra la capanna (come nei presepi), ma solo che si trovava sopra la località di Betlemme;
L'indicazione che la stella stava sopra il luogo dove si trovava Gesù può avere molti significati. In testi coevi l'indicazione estáthe epáno è utilizzata per comete la cui coda è diretta verso l'alto. Secondo Mario Codebò, infine, il testo greco è ambiguo e potrebbe essere tradotto in modo completamente diverso da quello solito (inaugurato nella traduzione latina di San Gerolamo). Ad esempio il vangelo di Matteo potrebbe semplicemente dire che l'aurora sorse proprio quando i Magi arrivarono a Betlemme (la stella, quindi, non si fermò ma scomparve per la troppa luce);
L'uccisione di tutti i bambini di età inferiore ai due anni indica che l'evento o la sequenza di eventi significativi era iniziata ben due anni prima.
I Magi avvistano la stella, dettaglio dell'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano (1423)
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Last Edit: 11 years 3 months ago by kriskris.
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Significato simbolico
La presenza di una stella alla nascita di Gesù è un simbolo messianico. Il riferimento biblico è la profezia di Balaam su una stella, che sarebbe spuntata da Giacobbe Nm 24,17. Benché la stella sia stata spesso identificata col Re Davide, già prima della nascita di Cristo alcuni ebrei l'avevano identificata col Messia. Nel secondo secolo Origene ed Ireneo di Lione richiamarono questa profezia proprio in relazione alla Stella di Betlemme. L'identificazione messianica è ancora più chiara nella versione dei LXX (quella normalmente utilizzata dagli evangelisti), in cui lo "scettro", che sorge in Israele, è tradotto in greco con "uomo".
In accordo con la profezia di Balaam, il tema della "luce" compare in molte altre profezie tradizionalmente applicate al Messia, fra cui quella a cui questo passo è maggiormente collegata Is 60,1-6
Il carattere "nazionalistico" della profezia di Baalam potrebbe essere il motivo per cui la stella non compare nel vangelo di Luca, diretto ai "gentili" e agli ebrei ellenizzati.
Una cometa "indica" il Cristo nell'Adorazione dei Magi del Perugino
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Interpretazione midrashica
Alcuni biblisti moderni seguono tuttora le tesi di Giovanni Crisostomo sopra delineate, integrandole con il metodo storico-critico di lettura dei testi biblici: la stella di Betlemme, quindi, potrebbe essere una invenzione narrativa appartenente al genere letterario ebraico del midrash. Il narratore avrebbe semplicemente voluto affermare in modo indiretto che Gesù era il Messia annunciato dall'Antico Testamento e avrebbe utilizzato a questo scopo gli stessi elementi simbolici usati dai profeti, senza probabilmente avere né la consapevolezza, né l'intenzione di introdurre elementi soprannaturali, che secoli dopo (ma non ai suoi tempi, come discusso sopra) molti lettori avrebbero considerato inverosimili.
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Tentativi di identificazione astronomica
Gli indizi astronomici utilizzati per spiegare la narrazione del vangelo di Matteo sono di due tipi: eventi astronomici eccezionali di grande effetto visibile come il passaggio di una cometa o il formarsi di una supernova oppure congiunzioni planetarie di speciale significato astrologico.
Queste ultime spiegherebbero meglio come i Magi abbiano potuto capire di doversi recare proprio a Gerusalemme, dato che l'orientamento di ogni stella o evento astronomico rispetto ai punti cardinali cambia continuamente per effetto della rotazione terrestre; solo la stella polare resta fissa. Un evento astronomico naturale, quindi, non potrebbe indicare la direzione da Babilonia a Gerusalemme e infatti solo per il brevissimo tratto fra Gerusalemme e Betlemme (8 km) Matteo dice che la stella "precedeva" i Magi, indicando che essa si trovava in direzione sud nell'ora di approssimata durata dell'ultimo tratto di viaggio.
I due tipi di evento potrebbero anche essere combinati fra loro, assegnando a una congiunzione planetaria il ruolo "informativo" e a una supernova o a una cometa il ruolo "direzionale". Questa ipotesi fu proposta per la prima volta da Keplero e successivamente adottata da diversi autori, anche recenti.
Dato che la morte di Erode è datata perlopiù al 4 a.C., la maggior parte degli studiosi ha esaminato il periodo 8-4 a.C.; alcuni lavori, però, hanno trovato interessanti eventi astronomici anche nel successivo periodo 3-1 a. C., il biennio immediatamente precedente la data tradizionale di nascita di Gesù.
Il cielo di Gerusalemme il 12 novembre del 7 a.C.
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La stella di Betlemme e la Stella di Davide
Alcuni ricercatori hanno anche teorizzato che la Stella di David rappresenti la situazione astrale al momento della nascita di David o della sua incoronazione. Recenti ricerche sembrano dimostrare che il ritorno di quella situazione astrale fosse anche il segno nuovamente atteso per la venuta del Messia nonché visto all'epoca dai Magi (astrologi) e - con verifiche astronomiche - attestano che tale segno si è effettivamente realizzato all'avvento di Gesù di Nazareth, proprio nella mezzanotte dell'Annunciazione dell'1 a.C. astronomico (2 a.C. del calendario civile), confermando così la datazione dell'antica tradizione cristiana. In effetti, la Stella di Davide è altresì conosciuta come la Stella del re nei circoli astrologici e fu un simbolo astrologico anche nello Zoroastrismo.
Eventi astronomici spettacolari
L'ipotesi di un evento eccezionale è in accordo con la descrizione fornita dal Protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del secondo secolo, secondo cui la Stella era “tanto brillante da far scomparire le altre stelle”. La fonte, tuttavia, non è sufficientemente attendibile da considerare vincolante questo dettaglio. Un evento eccezionale, inoltre, sarebbe stato notato da tutti ed Erode non avrebbe avuto bisogno di chiedere ai Magi la data precisa di inizio dell'evento. L'evento eccezionale, se davvero ebbe luogo, deve essere stato preceduto da altri eventi astronomici, il cui significato era comprensibile solo da astrologi.
Una cometa
L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse una cometa, o qualcosa di simile, risale a Origene, che non si basa su tradizioni precedenti, ma suppone che si sia trattato di una nuova "stella", cioè di un evento eccezionale, probabilmente allo scopo di non deviare dal rifiuto della pratica astrologica, consueto fra i cristiani. Origene cita il perduto trattato "Sulle comete", scritto dal precettore di Nerone, Cheremone, secondo il quale era prassi accettata che l'apparizione di comete o nuovi astri segnalasse la nascita di importanti personaggi ed era quindi plausibile che i Magi si fossero messi in viaggio al suo apparire.
È stato proposto che la Stella fosse la cometa di Halley, che fu visibile nel 12 a.C., ma questa data non è compatibile con l'opinione corrente della maggior parte degli storici, che datano la nascita di Gesù tra il 7 e il 4 a.C. Non si conosce il passaggio di altre comete nel periodo d'interesse, eccetto forse un evento del 5 a.C., descritto dagli astronomi cinesi come una cometa, ma oggi spesso reinterpretato come una supernova. L'identificazione della Stella con questa cometa è sostenuta, ad esempio, da Colin Humphreys, che la utilizza per datare la nascita di Cristo attorno alla Pasqua del 5 a.C.
Come detto sopra, l'identificazione della "stella" con una cometa diventò opinione comune solo nel XV secolo, un secolo dopo l'opera di Giotto.
Una Nova
Alcuni studi, invece, hanno trovato traccia di esplosione di supernove:
Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi (Clark, Parkinson e Stephenson) hanno rilevato che gli annali astronomici cinesi registrano nel marzo del 5 a.C. l'apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell'Aquila e del Capricorno. Si tratta quasi certamente di un oggetto rilevato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione. Se i Magi si misero in viaggio dalla Mesopotamia al suo apparire, poterono raggiungere la Giudea in aprile/maggio: in quel periodo, all'alba era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.
Una recente ipotesi suggerisce che la stella di Betlemme fosse una supernova o una ipernova, le cui tracce sono state scoperte nei pressi della galassia di Andromeda. La datazione di questo evento non è attualmente possibile, ma potrebbe diventarlo col progresso della tecnologia. Frank Tipler, però, osserva che una supernova in Andromeda spiegherebbe in modo letterale un aspetto misterioso del vangelo di Matteo: il fermarsi della stella proprio sopra Betlemme. Il "fermarsi" indicherebbe il raggiungimento dello zenit, istante in cui la stella cessa di fornire una indicazione direzionale.
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Congiunzioni planetarie
Alcuni studiosi hanno suggerito che la stella di Betlemme non fosse una stella o una cometa, ma un brillamento dovuto al pianeta Giove in congiunzione con altri pianeti meno luminosi. Giovanni Keplero (De anno natali Christi, 1614) per primo segnalò che nel 7 a.C. vi fu una tripla congiunzione di Giove con Saturno e Marte nella costellazione dei Pesci. Il fenomeno aveva attirato l'attenzione anche degli astronomi caldei, che lo avevano previsto sin dall'anno precedente. La tavoletta con la previsione del fenomeno, datata 8 a. C., è stata trovata in ben quattro copie in siti diversi (fatto molto raro); ciò segnala l'interesse degli astrologi antichi per il fenomeno.
Tuttavia, gli eventi astrali del 7-6 a.C. rimangono i più interessanti dalla maggioranza degli studiosi, soprattutto la congiunzione tripla (cioè che è avvenuta tre volte in un ristretto periodo di tempo, di qualche mese) tra Giove e Saturno, probabilmente verificatasi nella costellazione dei Pesci nell'inverno tra il 7 e il 6 a.C..
Una congiunzione Giove-Saturno nella stessa costellazione, escludendo la precessione degli equinozi, si verificherebbe, secondo Keplero, con un ciclo di circa 800 anni solari.
Genericamente, i pianeti Giove e Saturno, molto brillanti nel cielo, si allineano col Sole sempre ogni 19 anni e 314 giorni e, normalmente, queste congiunzioni sono brevissime, cioè visibili solo per poche ore all'alba o al tramonto, o addirittura invisibili, quando, ad esempio, il nostro pianeta si trova in opposizione. Tuttavia, partendo dal fatto che il periodo di rivoluzione terrestre è molto più breve di quello degli altri due pianeti, la Terra riesce ad allinearsi qualitativamente con Sole, Giove e Saturno prima che essi si separino significativamente. Ne consegue che l'allineamento geocentrico dei due pianeti ha lo stesso periodo medio del loro allineamento eliocentrico, ma in modo più irregolare (cioè anticipando o posticipando di qualche mese), a causa, appunto, del moto di rivoluzione terrestre. Quando la Terra si trova esattamente allineata sia con i due pianeti sia nel giorno in cui essi sono allineati col Sole, si dice che la congiunzione avviene per allineamento di tipo eliocentrico; in questo caso, avvengono altre due congiunzioni, circa cento giorni prima e circa cento giorni dopo quel giorno, e queste causate invece da un solo allineamento di tipo geocentrico (cioè che avviene solo col pianeta Terra). Queste tipo di congiunzioni vengono dette multiple o anche triple, perché avvengono per tre volte in un periodo ristretto di tempo. Esse sono un effetto dovuto alla maggior velocità angolare della Terra, che determina un moto retrogrado apparente sia di Giove che di Saturno, nel periodo fra la prima e la terza congiunzione. L'effetto è maggiormente visibile col pianeta più vicino a noi, e cioè Giove; il suo moto retrogrado apparente è più veloce, e lo riporta, in breve tempo, ad intersecare nuovamente la traiettoria di Saturno. Quando poi il moto retrogrado si esaurisce, e il moto apparente è accelerato nella normale direzione, avviene infine l'ultima congiunzione.
In alcuni casi, può verificarsi un effetto simile anche senza attendere 800 anni; se nel giorno dell'allineamento eliocentrico la Terra, pur non essendo perfettamente allineata con Giove e Saturno, si trovasse, comunque, in un settore angolare di circa 30º, si verificherebbero delle congiunzioni multiple, anche se non più equidistanziate nei mesi. La congiunzione centrale del periodo del fenomeno potrebbe sovrapporsi ad una di quelle estreme, per cui una congiunzione tripla si potrebbe ridurre ad una pseudodoppia.
Questo ultimo tipo di congiunzioni multiple si verificherebbe, in media, ogni 120 anni. Infatti, l'arco fra -30° e +30° è 1/6 dell'angolo giro di 360°, perciò vi è una congiunzione multipla ogni sei. Il fenomeno, però, è molto irregolare: possono esservi eventi multipli consecutivi, e altri distanziati anche di secoli. Secondo De Cesaris, quelle in cui la Terra è anch'essa molto prossima all'allineamento eliocentrico, si verificano, in media, ogni 500 anni. La frequenza si riduce ulteriormente se si richiedono delle condizioni aggiuntive, come il verificarsi entro una specifica casa dello Zodiaco.
In ogni caso, l'effetto, visto dal suolo terrestre, risulterebbe di due astri molto luminosi e molto vicini, quasi a sembrarne uno solo, per un soddisfacente periodo di tempo di qualche settimana o mese.
Gli astronomi, nel corso dei secoli, determinarono l'esistenza di una di queste congiunzioni triple proprio tra il 6 e il 7 a.C., o anche solo lungo il solo anno 7 a.C. Ad esempio, secondo Keplero, questa congiunzione tripla avrebbe avuto luogo nelle date gregoriane del 29 maggio, 29 settembre e 5 dicembre, appunto dell'anno 7 a.C., ma i calcoli di altri autori spostano queste date di alcuni giorni, o prima o dopo. La congiunzione quasi-eliocentrica del 29 settembre si verificò nei pressi della luna piena, e poco dopo l'equinozio d'autunno.
Giove e Saturno entrarono nella costellazione dei Pesci, in corrispondenza all'equinozio di primavera, visibili a oriente subito dopo il tramonto, e vi rimasero per circa un anno, avvicinandosi tra loro per ben tre volte. Prima di uscirne furono raggiunti anche da Marte. Perciò nel febbraio del 6 a.C. vi furono simultaneamente le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno, entrambe nella costellazione Pesci. Poco dopo Giove entrò nella costellazione dell'Ariete, dove secondo l'astronomo Michael Molnar ebbe due congiunzioni con la luna, così prossime da essere occultato (evento calcolabile con i computer odierni, ma non prevedibile nell'antichità). Secondo Molnar furono particolarmente significativi l'occultamento del 17 aprile e la stazionarietà di Giove il 19 dicembre del 6 a.C..
Negli anni 7-6 a.C. vi fu comunque una sequenza di eventi astrali durata circa diciotto mesi, variamente interpretata dagli studiosi utilizzando testi astrologici ebraici, ellenistici e babilonesi. La sequenza era centrata sul pianeta Giove, il più luminoso dopo Venere e quello che nella mitologia antica era il Dio creatore degli uomini (Marduk per i Babilonesi, Zeus per i Greci).
Altre sette congiunzioni, molto significative dal punto di vista astrologico, ebbero luogo negli anni 3-2 a.C (cioè nei due anni antecedenti la presunta data di nascita di Gesù secondo la tradizione cristiana connessa con la storia). Tre di esse implicarono sempre Giove, con la stella Regolo della costellazione del Leone, anch'essa un simbolo regale. Altre, verificatesi sempre nei pressi di Regolo, implicarono Venere e altri pianeti, fra cui Marte e Mercurio.
Ma come mai una di queste congiunzioni planetarie potrebbe aver spinto i Magi alla corte di Erode? Occorre evidentemente che l'evento fosse considerato eccezionale, e che avesse un particolare significato astrologico. Già nell'VIII secolo d.C. l'astrologo persiano Masha'allah ibn Athari, utilizzando dati e teorie astrologiche di origine iranica e babilonese, sostenne che ogni importante cambiamento religioso o politico, fra cui le nascite di Cristo e di Maometto, era collegato alla congiunzione fra Giove e Saturno. Un'interpretazione più dettagliata, basata su notizie fornite da Isaac Abrabanel, uno scrittore medievale ebreo, è pubblicata da Rosenberg. Il pianeta Saturno sarebbe il Padre divino, Giove il figlio e la costellazione dei Pesci sarebbe collegata con il popolo di Israele. Anche secondo l'assiriologo Simo Parpola l'evento del 7 a.C. sarebbe risultato di grande importanza per gli astrologhi caldei e avrebbe annunciato "la fine del vecchio ordine del mondo e la nascita di un nuovo re mandato da Dio". Infine Ettore Bianchi, Mario Codebò e Giuseppe Veneziano hanno sottolineato che proprio all'epoca della nascita di Cristo vi fu il trapasso dall'Era dell'Ariete all'Era dei Pesci, per cui durante gli equinozi il Sole sarebbe entrato nelle costellazioni dei Pesci e della Vergine e sarebbe dovuta ritornare l'Età dell'oro. Qualunque evento astrale nella costellazione dei Pesci avrebbe avuto una risonanza fortissima fra gli astrologi di qualsiasi cultura, come testimonia anche l'ecloga IV di Virgilio, in cui si canta l'avvento dei Saturnia Regna. Secondo l'astrologia iranica e indiana l'età dell'oro torna ogni dodicimila anni.
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Alcuni esempi illustrativi
I dati astronomici sopra illustrati sono numerosi e le incertezze sulla datazione della nascita di Gesù così ampie, che non c'è difficoltà a trovare molteplici possibilità d'accordo. Le possibilità sono accresciute anche dalla molteplicità degli eventi biblici: il primo segnale astrologico potrebbe corrispondere non alla nascita, ma al concepimento di Gesù o addirittura a quello dell'annuncio a San Zaccaria, che diede l'avvio alla sequenza di eventi. La significatività di ogni coincidenza è quindi limitata.
A titolo illustrativo, riassumiamo alcune possibilità:
David Hughes e più recentemente Simo Parpola collocano tutti gli eventi nell'autunno del 7 a.C.; la nascita di Gesù sarebbe avvenuta in corrispondenza alla congiunzione equinoziale (6 ottobre), mentre l'arrivo dei Magi sarebbe da collocarsi in corrispondenza all'ultima congiunzione nei primi giorni di dicembre. Il pregio di questa proposta è che essi avrebbero osservato a Gerusalemme proprio un nuovo verificarsi dell'evento che avevano osservato in patria in accordo con Mt 2,10. Dato che la prima congiunzione si era verificata solo sei mesi prima, resta incerto il motivo per cui Erode avrebbe fatto uccidere tutti i bambini di Betlemme con meno di due anni;
Michael Molnar enfatizza solo gli eventi del 6 a.C. e il ruolo di Giove, collocando la visita dei Magi nel dicembre di quell'anno;
Per diversi autori, fra cui più recentemente Colin Humphreys, gli eventi del 7 e del 6 a.C. avrebbero avuto solo un ruolo di "allerta astrologica", mentre la nascita di Cristo avrebbe avuto luogo solo in coincidenza con (o poco dopo) la cometa/supernova del marzo 5 a.C. Dato che la "cometa" fu osservata dagli astronomi cinesi per 70 giorni, i Magi ebbero tutto il tempo per osservare la sua prima comparsa, decidere di mettersi in viaggio ed arrivare a Gerusalemme entro i due mesi successivi. Questa soluzione spiega il comportamento di Erode, al prezzo di introdurre due eventi, mentre il vangelo parlerebbe solo del secondo.
Proviamo, infine, a collocare la Natività il 25 dicembre del 6 a. C., una data il cui anno raccoglie grande consenso fra gli storici e il cui giorno accontenta anche i credenti tradizionalisti. Alcuni dei dati astronomici sopra discussi si collocano nella narrazione biblica come segue:
settembre-ottobre 7 a.C.: Annuncio dell'angelo a San Zaccaria e concepimento del Battista; avvio della catena di eventi che conduce alla nascita di Gesù (circa 180 giorni prima del concepimento di Gesù secondo Luca);
congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci (la congiunzione astrologicamente più importante perché anche il sole era allineato con la terra e i pianeti, pur trovandosi nella costellazione della Vergine).
marzo-aprile del 6 a.C.: Annunciazione a Maria e concepimento di Gesù (circa 266 prima del Natale);
Nel febbraio Marte raggiunge Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, congiunzioni di Marte con Saturno e di Giove con la Luna e successivo occultamento di Giove da parte della Luna nella costellazione dell'Ariete (17 aprile).
2 febbraio del 5 a.C.: Presentazione al Tempio, durante la quale Simeone il Vecchio pronuncia il Nunc dimittis (40 dopo Natale per obbedire la legge mosaica), seguita in data imprecisata dalla visita dei Magi;
L'esplosione di una supernova (o la comparsa di una cometa) in marzo annuncia ai Magi la realizzazione della profezia significata dalla misteriosa triplice congiunzione di due anni prima, spingendoli a partire per Gerusalemme; la profezia di Michea e la luce della stella li guidano a Betlemme. Erode uccide tutti i nati dall'avvio della triplice congiunzione (maggio 7 a.C.).
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