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TOPIC: Calendario dell'Avvento 2013

Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28372



Canzone di Natale
di Renato Zero
Buon Natale

E arriverà Natale,
Anche quest'anno arriverà…
Natale per chi resta, per chi va…
Natale da una lira…
Natale ricco o no…
Bambini per un giorno, per un po'!
Vorrei che il tuo Natale
Risplendesse dentro te,
Che soffri e stare Al mondo sai cos'è!
Per te che non hai storie
Da raccontare ormai…
Le fate son drogate…
Malati i sogni tuoi!
Vorrei dire buon Natale…
E dividerlo con te!
Con te che hai perso la speranza…
E hai paura come me!!!
Un tempo non lontano…
I doni appesi tutto intorno al camino,
Nessuno violentava,
Quel sogno che per mano ti portava!
Giocavi allo sceriffo…
E per te un buono non era un fesso!
E il bersaglio era finto…
Non era un uomo steso sul cemento!
E non c'erano i brutti…
Quel giorno li erano d'accordo tutti…
Sia chi ha gli occhi lunghi,
La pelle nera o i capelli biondi!
Natale da una lira…
Natale ricco o no…
Bambini per un giorno …per un po'!
Perché non fosse una parola il bene…
Perché ogni bomba diventasse pane…
Io vorrei che almeno un giorno…
Quella cometa facesse ritorno!
E un campo di battaglia desse grano
Per quella morte con la falce in mano…
E al ventre di una donna, il suo bambino…
E breve o lungo ad ognuno il suo destino!
Vorrei dire buon Natale…
Finché c'è chi ascolterà!
Finché si farà l'amore…
Finché un uomo pregherà!
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28373

Buon Natale a tutto il mondo - Domenico Modugno



Dicembre
Odore di castagne per le strade
Eheheh
Fa freddo e il vento va dicendo nei camini
Almeno questa notte
Dimentichiamo il male

Buon natale a tutto il mondo
Che stanotte veglierà
Buon natale
Sotto la neve
Ogni casa risplenderà

Se a te nessuno
Stanotte vicino sarà
Da te la mia voce verrà

Buon natale a tutto il mondo
Buon natale con tutto il cuore

Se a te nessuno
Stanotte vicino sarà
Da te la mia voce verrà

Buon natale a tutto il mondo
Buon natale con tutto il cuore

Buon natale a tutto il mondo
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28375

Canzone scritta da John Lennon e la moglie Yoko Ono, nel 1971, Happy Xmas (War Is Over) questa è una canzone di protesta contro la guerra in Vietnam; i bambini del coro sono dell’Harlem Community Choir.

Happy Xmas (War is Over)
John Lennon

So this is Christmas
And what have you done?
Another year over
And a new one just begun
And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
And so this is Christmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong
And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fight
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
And so this is Christmas
And what have we done?
Another year over
And a new one just begun
Ans so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young
A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear
War is over over
If you want it
War is over
Now


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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28376

Racconto di Giuseppe Fanciulli
Cielo stellato

Tutto il cielo è popolato di stelle. Sono, le stelle, piccolissime e immense.
Sono lucciole erranti per prati infinitamente vasti, con un palpito continuo, mai stanco.
Sono gl'innumerevoli fanalini d'una lussuosa illuminazione: disegnano nell'aria figure di animali e di fiori, fontane di luci, archi di trionfo; alcuni ardono rossi e solitari come su una strada per la quale nessuno passerà; alcuni di momento in momento sembrano prossimi a spegnersi, per mancanza d'umore, prossimi a mandare l'ultimo guizzo.
Sono occhi aperti sulla terra; guardano, ridono, invitano; confidano un segreto, e tanti silenziosamente ne scrutano...
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28377

Fabio Tombari
Avvento

In silenzio la neve aveva guadagnato i campi, le strade.
Era venuta la notte, portata da una bava di levante.
Alla mattina dopo gli uomini camminavano senza rumore e senza ombra.
Tutta coperta di neve, la campagna pareva pervasa da una profonda umiltà, quasi nell'aspettazione di un evento sovrumano.
E tutte le case erano animate da un movimento insolito.
C'era chi andava a far legna, chi castrava le castagne, chi spennava i polli sulla porta.
Da un forno acceso giungeva il crepitìo delle fascine, un odor di buono; da qualche cucina il frullo di un mattarello.
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28378

di Leonardo Sciascia
La neve, il Natale

L'ambiente familiare in queste pagine è visto da Sciascia attraverso i semplici racconti dei suoi allievi. Siamo in un paese dell'interno della Sicilia, e i ragazzi scrivono del loro Natale, un giorno eccezionale per tutti i bambini, e per gli scolari di Regalpetra un pò meno povero e difficile dei giorni comuni.
Un ragazzo ricorda di aver mangiato il cappone, un altro di aver pagato il cinema al padre con i soldi vinti alle carte, un altro ancora di «essersi lavato tutto» con l'acqua calda.
Ma per un ragazzo il Natale è stato triste: il padre gli ha portato via, per andarsi a divertire, le duecento lire vinte da lui giocando alle carte con amici. Sono brevi annotazioni nelle quali prende forma l'immagine di un mondo familiare chiuso nella miseria, dove la vita dei fanciulli è dura come quella degli adulti: da esso sono esclusi momenti di vero gioco e di divertimento spensierato e anche il possesso di cose di cui altri godono di una ingiusta abbondanza.

Come al solito, in una paginetta di diario, i ragazzi mi raccontano come hanno passato il giorno di Natale: tutti hanno giocato a carte, a scopa, sette e mezzo e ti-vitti (ti ho visto: un gioco che non consente la minima distrazione); sono andati alla messa di mezzanotte; hanno mangiato il cappone e sono andati al cinematografo.
Qualcuno afferma di avere studiato, dall'alba, dopo la messa, fino a mezzogiorno: ma è menzogna evidente.
In complesso, tutti hanno fatto le stesse cose; ma qualcuno le racconta con aria di antica cronaca : «La notte di Natale l'ho passata alle carte, poi andai alla Matrice che era piena di gente e tutta luminaria, e alle ore sei fu la nascita di Gesù».
Tre ragazzi non hanno però parlato della mensa notturna, hanno scritto, senza consapevole amarezza, amarissime cose. «Nel giorno di Natale ho giuocato alle carte e ho vinto quattrocento lire e con questo denaro prima di tutto compravo i quaderni e la penna e con quelli che mi restavano sono andato al cinema e ho pagato il biglietto a mio padre per non spendere i suoi denari e lui lì dentro mi ha comprato sei caramelle e gazosa»: il ragazzo si è sentito felice, ha fatto da amico a suo padre pagandogli il biglietto del cinema, ha poi avuto le sei caramelle e la gazosa: e già aveva comprato i quaderni e la penna - ha fatto buon Natale.
Ma il suo Natale io lo avrei voluto diverso, più spensierato. Ed ecco, ancora più triste, il Natale di un altro ragazzo: «lo il giorno di Natale ho giuocato con i miei cugini e i miei compagni.
Avevo vinto duecento lire e quando sono ritornato a casa mio padre me le ha prese e se ne é andato a divertirsi lui».
Non ho mai letto niente di più triste nelle cronache, spesso desolate, che i ragazzi mi fanno delle loro giornate.
Vedo la casa, umida e scura in quel quartiere di San Nicola che è il più povero del paese; il ragazzo piangente (e magari avrà avuto un ceffone e qualche cattiva parola) per quelle duecento lire che si era buscate al giuoco e che voleva spendere chi sa come, magari per avere i quaderni e la penna; e il padre che se ne va a farsi il bicchiere, ad ubriacarsi con i poveri quattrinelli del suo bambino.
Mai, come attraverso questo piccolo fatto, la miseria mi è apparsa in tutta la sua essenza di cieca e maligna bestialità.
A guardar bene, ci sono nell'episodio tutti gli elementi che fanno la tragedia della nostra vita - o almeno della mia vita qui, in questo povero paese.
Ed il giorno della grande festa cristiana, che fa da sfondo e condiziona l'episodio, pare diventi, dietro questo bambino cne piange nella sua casa oscura, a blasfema parodia.
«La mattina del Santo Natale - scrive un altro - mia madre mi ha fatto trovare l'acqua calda per lavarmi tutto».
La giornata di festa non gli ha portato nient'altro di così bello.
Dopo che si è lavato asciugato e vestito, è uscito con suo padre « per fare la spesa».
Poi ha mangiato il riso col brodo e il cappone. «E così ho passato il Santo Natale».

La famiglia significa anche una casa, e quindi la partecipazione a ciò che la casa offre in generale,. inoltre ciascuno ha quasi sempre per sé una stanza o la parte di unii stanza, alcuni oggetti, dei mobili ecc. Per quanto i giovani desiderino passare molte ore lontani dal controllo dei genitori e in rapporto invece con i coetanei, la casa ha sempre una enorme importanza.
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28379




come si chiama la cometa di Natale del 2013?



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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28418

Quest'anno ho ricevuto un bel plico, ecco cosa ho trovato aprendolo:











Passiamo alla parte che mi piace meno, in pratica il plico arriva per questo scopo, finanziare la chiesa. Ci puo stare, ma in questo modo mi sembra forzato!


In questo stesso giorno nel 1969 a Milano ci fu una trage, qual'e il nome della piazza che ricorda questo evento?




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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28426

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28428

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28571





Tutte le versioni del Babbo Natale moderno - che è chiamato anche Santa Claus in inglese - derivano dallo stesso personaggio storico: Nicola, vescovo della città di Myra (odierna Turchia) nel IV secolo e divenuto santo. Il suo culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo 25 chiese a Costantinopoli erano a lui dedicate), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell'abitato di Myra. Numerosi scritti in greco ed in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. San Nicola è così diventato già nel Medioevo uno dei santi più popolari del Cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di poveri e defraudati. Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva farle maritare decorosamente, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l'abbia gettato nella casa dell'uomo in tre notti consecutive, in modo che le tre figlie avessero la dote per il matrimonio.
Le sue spoglie furono conservate nella cattedrale di Myra fino al 1087.
Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i sacerdoti Lupo e Grimoldo, partita con tre navi di proprietà degli armatori Dottula, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello scheletro di Nicola, che giunse a Bari il 9 maggio 1087.
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28572




Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono. Si trattava in realtà della chiesa dei benedettini (oggi chiesa di San Michele Arcangelo) sotto la custodia dell'abate Elia, che in seguito sarebbe diventato vescovo di Bari. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da allora san Nicola divenne co-patrono di Bari assieme a San Sabino e le date del 6 dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie) furono dichiarate festive per la città.

Venezia spartisce con Bari la custodia delle reliquie di San Nicola. I Veneziani, infatti, non si erano rassegnati all'incursione dei baresi e nel 1099-1100, durante la prima crociata, approdarono a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altare maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani rinvennero una gran quantità di minuti frammenti ossei che i baresi non avevano potuto prelevare. Questi vennero traslati nell'abbazia di San Nicolò del Lido.

San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima e la chiesa divenne un importante luogo di culto. San Nicolò era infatti venerato come protettore dei marinai, non a caso la chiesa era collocata sul Porto del Lido, dove finiva la laguna e cominciava il mare aperto. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello sposalizio del Mare.
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28574

San Nicola è considerato il proprio patrono da parte di marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno, detenuti. È anche il santo patrono della città di Amsterdam e della Russia. In Grecia san Nicola viene talvolta sostituito da san Basilio Magno (Vasilis), un altro vescovo del IV secolo originario di Cesarea. Nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, Sinterklaas (Kleeschen in lussemburghese) viene festeggiato due settimane prima del 5 dicembre, data in cui distribuisce i doni (il suo compleanno risulta essere il 6 dicembre). L'equivalente di Babbo Natale in questi paesi è Kerstman (letteralmente "uomo di Natale"). In alcuni villaggi delle Fiandre, in Belgio, si celebra la figura, pressoché identica, di san Martino di Tours (Sint-Maarten). In molte tradizioni della Chiesa ortodossa, san Basilio porta i doni ai bambini a Capodanno, giorno in cui si celebra la sua festa.


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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28575

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28576








The First Noel, the Angels did say
Was to certain poor shepherds in fields as they lay
In fields where they lay keeping their sheep
On a cold winter's night that was so deep.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!

They looked up and saw a star
Shining in the East beyond them far
And to the earth it gave great light
And so it continued both day and night.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!

And by the light of that same star
Three Wise men came from country far
To seek for a King was their intent
And to follow the star wherever it went.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!

This star drew nigh to the northwest
O'er Bethlehem it took its rest
And there it did both Pause and stay
Right o'er the place where Jesus lay.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!

Then entered in those Wise men three
Full reverently upon their knee
And offered there in His presence
Their gold and myrrh and frankincense.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!

Then let us all with one accord
Sing praises to our heavenly Lord
That hath made Heaven and earth of nought
And with his blood mankind has bought.
Noel, Noel, Noel, Noel
Born is the King of Israel!
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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28578

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28579

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28580

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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28581







Ricordo di Natale - Truman Capote




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Calendario dell'Avvento 2013 11 years 4 months ago #28582




Anzitutto un breve prologo autobiografico. Mia madre, donna d’intelligenza eccezionale, era la più bella ragazza dell’Alabama. Lo dicevano tutti ed era vero; e a sedici anni sposò un uomo d’affari di ventotto che veniva da una buona famiglia di New Orleans. Il matrimonio durò un anno. Mia madre era troppo giovane per essere madre o moglie; era anche troppo ambiziosa — voleva andare all’università e farsi una posizione. Lasciò pertanto il marito e mi affidò alle cure della sua numerosa famiglia, nell’Alabama.
Negli anni successivi, era raro che vedessi uno dei miei genitori. Mio padre era occupato a New Orleans e mia madre, dopo essersi laureata, stava facendo carriera a New York. Per me, non era una situazione sgradevole. Stavo benissimo dov’ero. Avevo una quantità di affettuosi parenti, zii e zie, cugini e cugine, e in particolare una cugina, una donna anziana, bianca di capelli e leggermente claudicante, che si chiamava Sook. Miss Sook Faulk. Avevo anche altri amici, ma la mia migliore amica era di gran lunga lei.
Fu Sook che mi raccontò di Babbo Natale, della sua barba fluente, del suo vestito rosso, della sua stridula slitta piena di regali, e io le credevo, come credevo che tutto fosse la volontà di Dio, o del Signore, come Lo chiamava sempre Sook. Se inciampavo o cadevo da cavallo o prendevo un grosso pesce al ruscello — be’, le cose belle come quelle brutte erano sempre la volontà del Signore. Fu questo che disse Sook anche quando le arrivò da New Orleans la terribile notizia: mio padre voleva che andassi a passare il Natale con lui.
Piansi. Non volevo andare. Non ero mai uscito da quella piccola e isolata cittadina dell’Alabama, circondata da foreste e fattorie e fiumi. Non mi ero mai addormentato senza che Sook mi passasse le dita tra i capelli e mi desse il bacio della buona notte. Per di più avevo paura degli estranei e mio padre era un estraneo. Lo avevo visto diverse volte, ma ne avevo un ricordo confuso; non sapevo proprio quale fosse il suo aspetto. Ma, come disse Sook: «È la volontà del Signore. E chissà, Buddy, forse vedrai la neve».
La neve! Prima che io sapessi leggere per mio conto, Sook mi aveva letto molte storie, e in quasi tutte pareva ci fosse un mucchio di neve. Turbinosi, abbaglianti fiocchi da fiaba. Era una cosa che sognavo spesso; una cosa magica e misteriosa che avevo voglia di vedere e sentire e toccare. Naturalmente non mi era mai accaduto e non era mai accaduto nemmeno a Sook; come sarebbe stato possibile, vivendo in un posto caldo come l’Alabama? Non so come mai pensasse che avrei potuto vedere la neve a New Orleans, che è ancora più calda. Ma non ha importanza. Cercava solo di incoraggiarmi ad affrontare il viaggio.
Avevo un vestito nuovo. Avevo, appuntato al risvolto, un cartoncino col mio nome e indirizzo. Nel caso che mi fossi perso. Perché, vedete, dovevo viaggiare solo. In pullman. E tutti pensavano che con quell’etichetta sarei stato al sicuro. Tutti tranne me. Io ero spaventato a morte; e arrabbiato. Furibondo con mio padre, quell’estraneo, che mi costringeva ad andarmene di casa e a star lontano da Sook per Natale.
Era un viaggio di seicentocinquanta chilometri, più o meno. La prima fermata fu a Mobile. Lì cambiai pullman e continuai a viaggiare all’infinito attraverso terre paludose e lungo il mare, finché non arrivammo in una rumorosa città tintinnante di tram e stipata di pericolosi individui con facce da stranieri.
Era New Orleans.
E all’improvviso, mentre scendevo dal pullman, un uomo mi prese tra le braccia e mi strinse a sé sino a togliermi il fiato; rideva e piangeva — un uomo alto e di bell’aspetto che rideva e piangeva. Disse: «Non mi conosci? Non conosci il tuo papà?».
Ero senza parola. Non aprii bocca fin quando, mentre eravamo su un taxi, gli chiesi: «Dov’è?».
«Casa nostra? Non è lontana...».
«Non la casa. La neve».
«Quale neve?».
«Pensavo che qui ci fosse un mucchio di neve».
Mi guardò in modo strano, ma poi si mise a ridere. «A New Orleans non c’è mai stata la neve. Che io sappia. Ma ascolta. Lo senti il tuono? Sta certamente per piovere!».
Non so che cosa mi spaventasse di più, se il tuono, gli sfrigolanti zig-zag dei fulmini che ad esso seguirono — o mio padre. Quella sera, quando andai a letto, stava ancora piovendo. Dissi le mie orazioni e pregai di poter presto tornare a casa da Sook. Non sapevo come avrei fatto ad addormentarmi non essendoci Sook a darmi il bacio della buona notte. In effetti non riuscivo a dormire e così cominciai a chiedermi cosa mi avrebbe portato Babbo Natale. Volevo un coltello col manico di madreperla. E una grande scatola di puzzle. Un cappello da cowboy con relativo lazo. E un fucile ad aria compressa per sparare ai passeri. (Diversi anni dopo, quando ebbi un fucile ad aria compressa, sparai a un tordo e a una quaglia; e non dimenticherò mai il dispiacere che provai, il rincrescimento; non ho mai più ammazzato nessuno e ogni pesce che prendevo lo ributtavo in acqua). E volevo una scatola di pastelli. E soprattutto una radio, ma sapevo che questo era impossibile: non conoscevo neanche dieci persone che avessero una radio. Non dimenticate che c’era la Crisi e che nel Profondo Sud erano rare le case fornite di radio o di frigorifero.
Mio padre li aveva entrambi. Pareva che avesse tutto — un’auto col sedile posteriore ribaltabile, per non parlare di una vecchia e graziosa casetta rosa nel Quartiere Francese, con balconi di ferro traforato e un giardino interno a patio, colorato di fiori e rinfrescato da una fontana a forma di sirena. Aveva anche una mezza dozzina, direi anzi una dozzina intera, di amiche. Come mia madre, mio padre non si era risposato; ma avevano entrambi ammiratori risoluti e, volenti o nolenti, finirono poi per ripercorrere il cammino che porta all’altare — mio padre, di fatto, lo percorse sei volte.
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