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TOPIC: Calendario dell'Avvento 2012

Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13924

spazio per gandalf n.5
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13925

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13926

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13927

spazio per gandalf n.8


Ora meruccia può proseguire

speriamo :-D
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13951

Poesie e Racconti sul Natale




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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13952

Poesie e Racconti sul Natale




Piccoli angeli


Piccoli angeli
dalle ali bianche,
chissà come sarete stanchi
di volare
nella notte blu,
per portare ai bimbi
i doni di Gesù.
Fermatevi un pochino
accanto al mio lettino;
vi faccio posto sul mio guanciale
perchè possiate un poco riposare;
parleremo
insieme pian pianino;
mi narrerete di Gesù Bambino...




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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13953

Poesie e Racconti sul Natale




Natale

Alta è la notte, scendono
in candida legione
dal firmamento gli angeli
recinti di splendor.
Pace alla gente buona:
è nato il Redentor.

Fiocca la neve: déstansi
in mezzo all'ombra e al gelo
e alle melòdi angeliche
rispondono i pastor:
Sia gloria a Dio del cielo:
è nato il Redentor!

Un tintinnio di giubilo
da mille torri suona:
s'allargano le tenebre,
Spuntan dai tronchi i fior.
Pace alla terra buona:
è nato il Redentor.

Nell'umile presepio,
o Dio, invan ti Celi;
a offrire i re già vengono
mirra, profumi ed òr.
Gloria sia a Dio nei cieli:
è nato il Redentor.

di Enrico Panzacchi.


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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13954

Poesie e Racconti sul Natale


Natale
di Roberto Piumini

Quest'anno Natale
mi ha fatto un bel dono
un dono speciale.

Mi ha dato allegria
canzoni cantate
in gran compagnia

Mi ha dato pensieri
parole e sorrisi
di amici sinceri

Non voglio più niente
dei vecchi regali:
ad ogni Natale
io voglio la gente.

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13955

Poesie e Racconti sul Natale



"CANTO DI NATALE"
Brano di Charles Dickens

… Corse alla finestra, l'aprì e sporse fuori la testa; niente nebbia, niente bruma; una giornata chiara, luminosa, gioviale, stimolante, fredda; un freddo che frustava il sangue e metteva voglia di ballare; un sole d'oro, un cielo incantevole; aria fresca e dolce; campane gioiose. Oh, splendido, splendido!
"Che giorno è oggi?", gridò Scrooge, verso la strada, a un ragazzo vestito a festa, che forse si era fermato proprio per guardare lui.

"Eh...?", rispose il ragazzo, con tutto lo stupore di cui era capace.
"Che giorno è oggi, mio bel figliolo?", chiese Scrooge.
"oggi...", replicò il ragazzo, "ma come? È Natale!"
"È Natale", disse Scrooge a se stesso. "Non l'ho lasciato passare. Gli spiriti hanno fatto tutto in una notte sola. Possono fare qualunque cosa vogliono, naturalmente; naturalmente, possono fare qualunque cosa vogliono!" "Senti, ragazzino."
"Sì", rispose il ragazzo.
"Sei un ragazzino intelligente", disse Scrooge, "un ragazzino straordinario. Sai se hanno venduto quel tacchino che c'era appeso in mostra alla bottega? Non il tacchino piccolo, ma quello grosso."
"Quale, quello grosso come me?", rispose il ragazzino.
" - Che ragazzino delizioso! E un piacere parlare con lui. - Sì, figliolo mio."
"C'è ancora appeso adesso", replicò il ragazzo.
"C'è", disse Scrooge. "Va' a comperarlo."
"È matto!", rispose il ragazzo.
"No, no", disse Scrooge. "Va' a comperarlo, e di che lo portino qui, perché possa dare l'indirizzo dove deve essere mandato. Ritorna col commesso e ti darò uno scellino; ritorna con lui in meno di cinque minuti e ti darò mezza corona."

Il ragazzo partì come una palla di fucile; e chi avesse potuto far partire una palla con una velocità pari a metà della sua avrebbe dovuto avere la mano ben ferma sul grilletto.
"Lo voglio mandare a Bob Cratchit", mormorò Scrooge, fregandosi le mani e scoppiando in una risata. "Non saprà chi è che glielo ha mandato. E grande il doppio di Tiny Tim. Nessuno ha mai fatto uno scherzo così ben riuscito come quello di mandare quel tacchino a Bob."
La calligrafia con la quale scrisse l'indirizzo non era molto ferma; tuttavia, in un modo o nell'altro, lo scrisse, poi scese giù ad aprire la porta di strada per trovarsi pronto all'arrivo del commesso del pollaiolo. Mentre stava sulla porta, aspettandolo, gli cadde sott'occhio il batacchio.
"A questo vorrò bene finché vivo", gridò Scrooge, accarezzandolo con le mani. "E dire che prima lo avevo appena guardato! Che espressione onesta c'è in quella faccia! E un batacchio magnifico. Ma ecco il tacchino. Hello, come state? Buon Natale!"
Quello era un tacchino! E impossibile che quell'uccello fosse mai stato in piedi. Le zampe gli si sarebbero piegate sotto in un minuto, come bastoncini di ceralacca.
"Ma è impossibile portarlo fino a Camden Town. Bisogna che prendiate una carrozza."

Il risolino col quale pronunciò queste parole, e quello col quale pagò il tacchino, e quello col quale pagò la carrozza, e quello col quale ricompensò il ragazzo, furono superati soltanto da quello col quale tornò a sedersi senza fiato sulla sua sedia, continuando a ridere finché non gli venne da piangere.
Farsi la barba non fu cosa facile perché la mano continuava a tremargli molto; e farsi la barba è una cosa che richiede attenzione anche quando uno, facendosela, non si mette a ballare; pure, se si fosse tagliato la punta del naso, ci avrebbe messo sopra un pezzetto di cerotto e sarebbe stato perfettamente soddisfatto lo stesso.

Si vestì dei suoi abiti migliori, e finalmente uscì in strada. In questo momento la gente stava uscendo dalle case, così come egli l'aveva vista in compagnia dello Spettro del Natale Presente. E Scrooge, camminando con le mani dietro la schiena, guardava tutti quanti con un sorriso compiaciuto. Per dirla in breve, aveva l’aria così irresistibilmente piacevole che tre o quattro tipi di buon umore dissero "buon giorno, signore, buon Natale", e Scrooge disse spesso, più tardi, che di tutti i suoni gioiosi che egli aveva mai udito, quelli al suo orecchio erano stati i più gioiosi.
Non aveva fatto molta strada, quando vide venirgli incontro quel signore imponente che il giorno prima era entrato nel suo ufficio dicendo: "La ditta Scrooge e Marley, credo". Sentì un colpo al cuore nel pensare all'occhiata che gli avrebbe dato il vecchio signore nel momento in cui si fossero incontrati; ma conosceva ormai quale strada gli si apriva diritta dinanzi e la prese.
"Caro signore", disse Scrooge, affrettando il passo, e prendendo il vecchio per ambe le mani, "come state? Spero che abbiate avuto successo ieri. E stato molto gentile da parte vostra. Buon Natale, signore!"
"Il signor Scrooge?"
"Sì", disse Scrooge: "questo è il mio nome, e ho paura che non vi riesca molto gradito. Permettetemi di chiedervi scusa, e vogliate avere la bontà... " e qui Scrooge gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
"Signore Iddio!", gridò il signore, come se gli fosse stato mozzato il fiato. "Mio caro signor Scrooge, parlate sul serio?"
"Per favore", disse Scrooge, "neanche un soldo di meno. In questa somma, vi assicuro, sono compresi molti arretrati. Volete farmi questo favore?"
"Ma, caro signore", disse l'altro, stringendogli la mano, "non so che cosa dire di fronte a una simile munifi..."
"Non dite niente, vi prego", replicò Scrooge. "Venite a trovarmi. Verrete a trovarmi?"
"Ma certo", esclamò il vecchio signore, ed era chiaro che diceva sul serio.
"Grazie", disse Scrooge, "vi sono molto obbligato. Vi ringrazio mille volte. Dio vi benedica."

Si recò in chiesa, passeggiò per le strade, guardò la gente che si affrettava in tutte le direzioni, accarezzò bambini sulla testa, rivolse la parola ai mendicanti, guardò dentro le cucine delle case e dentro le finestre, e trovò che tutto quanto gli procurava piacere. Non aveva mai sognato che una passeggiata, che una cosa qualunque potesse dargli tanta felicità. Nel pomeriggio si diresse verso la casa di suo nipote.
Passò e ripassò davanti alla porta una dozzina di volte, prima di avere il coraggio di andar su e bussare. Finalmente si decise e lo fece.
"E in casa il vostro padrone, mia cara?", disse Scrooge alla domestica. Ragazza graziosa, davvero!
"Sì, signore."
"Dov'è, amor mio?", disse Scrooge.
"E in sala da pranzo, insieme con la signora. Vi accompagno di sopra, col vostro permesso."
"Grazie, lui mi conosce", disse Scrooge, che aveva già la mano sulla maniglia della sala da pranzo. "Entrerò qui, mia cara."
Fece girare la maniglia pian piano, e si affacciò alla porta semiaperta. Stavano guardando la tavola apparecchiata con un gran lusso, perché i padroni di casa, quando sono giovani, sono sempre nervosi su questo punto e vogliono esser sicuri che tutto sia in perfetto ordine.
"Fred!", disse Scrooge.
Signore! come trasalì la sua nipote acquisita! Per un attimo Scrooge si era scordato che c'era anche lei, seduta in un angolo, col panchettino sotto i piedi; altrimenti non lo avrebbe fatto di certo.
"Ma come, benedetto Iddio", gridò Fred, "chi è mai?"
"Sono io, tuo zio Scrooge. Son venuto a pranzo. Vuoi lasciarmi entrare, Fred?"
Lasciarlo entrare! E un miracolo che, stringendogli la mano, non gli staccasse addirittura il braccio. Si sentì a casa propria in cinque minuti. Non c'era nulla che potesse essere più cordiale. Sua nipote aveva esattamente lo stesso aspetto, e così Topper quando arrivò, e così la sorellina paffutella quando arrivò e così tutti quanti quando arrivarono. Festa meravigliosa, giochi meravigliosi, armonia meravigliosa, felicità meravigliosa.
Però la mattina seguente arrivò presto in ufficio. Oh, se ci arrivò presto! Solo poter arrivare per primo e sorprendere Bob Cratchit che arrivava in ritardo: era questa la cosa che più gli stava a cuore.
E vi riuscì; sì, vi riuscì. L'orologio batté le nove - niente Bob; le nove e un quarto - niente Bob. Era ben diciotto minuti e mezzo in ritardo. Scrooge stava seduto con la porta spalancata, in modo da poterlo veder entrare nella cisterna.
Si era levato il cappello e la sciarpa prima di aprire la porta, e si arrampicò in un baleno sul suo panchetto, correndo via con la penna come se tentasse di riacchiappare le nove.
"Ehi là!", grugnì Scrooge, con la sua voce consueta, imitandola il più fedelmente possibile. "Che cosa significa arrivare a quest'ora?"
"Vi chiedo mille scuse, signor Scrooge", disse Bob, "sono in ritardo."
"Davvero?", ripeté Scrooge. "Sì, credo che siate in ritardo. Venite un momento qua, per favore!"
"Una volta sola all'anno, signor Scrooge", supplicò Bob, venendo fuori dalla cisterna. "Non succederà più. Ieri siamo stati un po' allegri."
"Ora vi dirò una cosa, amico mio", disse Scrooge. "Non intendo tollerare più a lungo questa razza di cose, e perciò", proseguì, balzando su dalla sedia e dando a Bob una tale spinta nel panciotto da farlo andare all'indietro barcollando dentro la cisterna, "e perciò mi propongo di aumentarvi lo stipendio."
Bob tremò e si avvicinò un po' più al righello. Ebbe per un momento l'idea dì servirsene per stordire Scrooge, e poi tenerlo fermo e chiedere alla gente della corte aiuto e una camicia di forza.
"Buon Natale, Bob!", disse Scrooge, con una serietà che non poteva essere fraintesa, battendogli sulle spalle. "Un Natale più buono, Bob, mio bravo figliolo, di quelli che vi ho dato per molti anni. Vi aumenterò lo stipendio e tenterò di assistere la vostra famiglia nelle sue difficoltà; e questo stesso pomeriggio discuteremo i vostri affari, seduti davanti a un bel punch natalizio fumante. Ravvivate il fuoco, Bob Cratchit, e comperatevi un'altra paletta per il carbone, prima di mettere il punto su un'altra i."

Scrooge fece più che mantenere la parola. Fece tutto quanto, e infinitamente di più: e per Tiny Tim, il quale non morì, fu un secondo padre. Divenne un amico, un padrone, un uomo così buono, come poteva mai averne conosciuto quella buona vecchia città, o qualunque altra buona vecchia città, borgata o villaggio di questo buon mondo. Alcuni ridevano, vedendo il suo cambiamento; ma egli era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento. E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie. Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente.
Non ebbe più rapporti con gli spiriti; ma visse sempre, d'allora in poi, sulla base di una totale astinenza; e di lui si disse sempre che se c'era un uomo che sapeva osservare bene il Natale, quell'uomo era lui. Possa questo esser detto veramente di noi, di noi tutti! E cosi, come osservò Tiny Tim, che Dio ci benedica, tutti!


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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13956

Poesie e Racconti sul Natale



Racconto di Natale
Un Natale tutto nostro
di Haveline Hasler

I giorni che precedono il Natale sono dedicati alle grandi spese, alle compere dei regali da mettere sotto l'albero e tutti, grandi e piccoli, corrono da un negozio all'altro; poi il giorno della vigilia tutte le mamme sono indaffarate per preparare il gran cenone e in casa c'è un gran movimento e un'atmosfera di allegria.
A casa di Nelly, invece, per un imprevisto le cose non vanno nel verso giusto e allora addio cenone, regali e spacchettamenti vari... Che tristezza, starete pensando!
E invece no; per Nelly e la sua famiglia diventa un Natale diverso, più semplice e sicuramente più felice.



Un natale tutto nostro



Mancano solo sei giorni - esclama Nelly.
Arrotonda le labbra e cerca di fischiare Notte Santa.
Ancora sei giorni-ripete la mamma pensierosa.
Non lo dice con allegria. Dopo un momento aggiunge con un sospiro:
Se fosse tutto già finito!
il fischietto di Nelly rimane bruscamente sospeso in aria.
Costernata! guarda sua madre.
Ma non sei contenta?
Ma sì, è che non ne posso più di tutta questa confusione.
Nelly è in vacanza e il pomeriggio va a pattinare sul ghiaccio con un'amica.
Verso sera si reca nel grande supermercato dove lavora la mamma.
È come essere in un alveare. La mamma è seduta su uno sgabello girevole di fronte a una delle sei casse.
La merce si muove verso di lei su un nastro trasportatore e mentre la mano destra batte sui tasti, la sinistra volta i prodotti per poter leggere i prezzi e mette una cosa dopo l'altra in un carrello.
Quando tutto è stato battuto, la mano destra preme il tasto del totale e stacca lo scontrino,
la mano sinistra spinge via il carrello pieno e ne avvicina uno vuoto alla cassa.
Come sei brava -Nelly ha già detto qualche volta alla madre. - lo sarei lenta come una lumaca. Così: tip... e la metà sbagliato.
Ma dai! - si è messa a ridere la mamma .- È questione di esercizio.
All'inizio neanch'io ero così svelta. Non trovavo le etichette dei prezzi e ogni tanto sbagliavo a battere.
Allora la gente brontolava, perché doveva aspettare.
Ma adesso faccio tutto automaticamente.
Come un robot! - rise Nelly.
Un robot per mamma? Non avrebbe mai mal di testa, la sera non sarebbe mai stanca.
Ma un robot non ha cuore.
E allora preferiva la mamma così com'era, anche se qualche volta alla sera riusciva a mala pena a parlare per la stanchezza...
Ancora quattro giorni.
Ancora tre.
Le code alle casse diventavano sempre più lunghe. La gente si riforniva di cibi come se Natale durasse mezzo anno.
Con un sibilo le porte automatiche di vetro si aprivano e si chiudevano, si aprivano e si chiudevano; la mamma sul suo sgabello sentiva la corrente d'aria sulla schiena. Anche i cartelli di cartone, sostenuti da fili appesi al soffitto, ondeggiavano di qua e di là. Sopra la testa della mamma oscillava una campana natalizia su cui era scritto in rosso: .

OFFERTA 250 GR. DI CIOCCOLATINI
A PREZZO SPECIALE!
Poco più in là era sospeso un angelo natalizio di cartone, nelle mani
reggeva un cartiglio come l'angelo in chiesa, anche se non diceva
«pace agli uomini in terra» ma:
PROSCIU'M'O PER LE FESTE
A 15.80 MARCHI AL CHILO
Gli altoparlanti trasmettevano musica di Natale.
Il nastro trasportatore girava con le merci.
Santo Natal!...
Testa di vitello
Bianco Natal... .
Caffè decaffeinato

Carta igienica a tre strati
Luce dona alle menti...
Fazzoletti con monogramma
Senape
Pace infondi nei cuor...
La mamma gemette, svelta si asciugò le gocce di sudore sopra il labbro.
Le persone in attesa davanti alla cassa scalpitavano irrequiete, non guardavano la cassiera, ma fissavano il vuoto pensando già alla strada di casa con le borse cariche, i tram strapieni.
Uffa.
Ancora tre giorni e poi è passato.
Preparo una cena di Natale come l'anno scorsò - disse la mamma a Nelly quella sera.
Gelatina su foglie d'insalata, arrosto di maiale, patate al forno, fagiolini e per dolce crema di cioccolato in scatola con le pere.
Il 24 dicembre il supermercato era aperto solo fino alle sedici.
Dopo i dipendenti potevano comprare i prodotti rimasti con uno sconto del 15%.
La mamma di Nelly lo trovava conveniente.
Per questo motivo aveva rimandato sino ad allora tutte le grosse compere: uno zainetto per Nelly, una bambola, pastelli colorati, una giacca a vento per il papà, i cibi per la cena di Natale.
Nella sala del personale era stato organizzato un rinfresco per i dipendenti.
La grande battaglia di Natale è stata vinta ancora una volta -disse il direttore del personale e pronunciò parole di lode, poi furono offerti "i tramezzini e un bicchiere di vino".
Dopo il rinfresco la mamma di Nelly dimenticò le sue grosse borse di plastica nella sala del personale.
Se ne accorse solo quando fu fuori, alla fermata dell'autobus.
«I miei regali! Tutte le buone cose per la cena!» pensò spaventata.
Ormai il negozio era chiuso...
Prima del 27 da lì non si prendeva più niente.
Arrivò a casa a mani vuote.
Ciò nonostante quella sera festeggiarono il Natale. Il papà accese le candele sull'albero e Nelly recitò una poesia.
Sapeva solo le prime due strofe, poi si bloccò.
Ma alla mamma piacque lo stesso e il papà non si era neppure accorto che avrebbe dovuto continuare.
La cena fu più breve del previsto. Per fortuna la mamma aveva comprato prima l'arrosto e in casa c'erano sempre patate, mentre mancavano l'antipasto e il dolce, o meglio, sgranocchiarono semplicemente noci e mangiarono mele.
Così non ho lo stomaco pesante come l'anno scorso - disse il papà.
Un cibo così nutriente non mi fa più bene.
Non c'erano neppure molti regali da aprire.
Così rimase tempo.
Molto tempo.
Nelly andò a prendere il Memoria che aveva ricevuto il Natale passato; ogni domenica dell'anno appena trascorso aveva aspettato invano che qualcuno trovasse il tempo di giocare con lei.
Adesso i genitori avevano tempo.
Il papà non aveva mai giocato a Memory.
Dopo un po' Nelly aveva già trovato sette coppie di carte.
La mamma tre e il papà, che di solito voleva sapere tutto meglio degli altri, cercava sempre nel posto sbagliato.
Provò ad aiutarsi con dei trucchi, come mettere di nascosto briciole di pane sulle carte che si ricordava.
Oppure tenere la mano sul tavolo in modo da segnare col pollice la direzione in cui si trovava una determinata carta.
Nelly scoprì i suoi trucchi. Giocarono una seconda e una terza volta e il papà non si arrabbiò per il fatto di avere sempre perso.
Poi giocarono a filetto e a carte.
A mezzanotte il papà spense la luce e tutti insieme guardarono fuori dalla finestra.
La neve emanava una luce chiara se si sentivano suonare le campane di Natale.
A quest'ora, quasi duemila anni fa, è nato il nostro Salvatore -disse la mamma e Nelly sentì che, dopo tutto, adesso era davvero contenta che fosse arrivato il Natale.
Quando Nelly andò a letto, disse:
E stato proprio un bel Natale.
Veramente? - chiese..la mamma stupita. - Non abbiamo avuto nessuna cena speciale e pochissimi regali.
Però abbiamo avuto tanto tempo - rispose Nelly.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13957

Poesie e Racconti sul Natale









ha interpretato splendidamente Scrooge



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13975

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Il Presepio





L'origine storica del presepio va ricercata nelle narrazioni della natività di Gesù contenute nel Vangelo di san Matteo e di san Luca, con riferimento al testo di Isaia (1,3) e Abacuc (3,2) dell'Antico Testamento. Nel Vangelo di san Luca è detto che Maria e Giuseppe arrivarono da Nazaret a Betlemme per le formalità del censimento ordinato da Cesare Augusto: “Mentre si trovavano colà, si compì il tempo in cui Maria doveva partorire; diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo”. La nascita di Gesù in una grotta è stata sempre ritenuta come implicitamente attestata dal Vangelo con il riferimento alla “mangiatoia”. In Oriente le grotte naturali servivano di rifugio ai viandanti e da stalla agli animali. Appare così verosimile un'antichissima tradizione, basata su Isaia e su Abacuc, che mostra un bue e un asino nell'atto di riscaldare col proprio alito il corpo di Gesù. Di questa tradizione è testimone già sant'Ambrogio († 397). Ma la prima descrizione del luogo ove, secondo la tradizione, nacque Gesù, ci è stata tramandata da san Girolamo che nell'anno 404 descrive il cosiddetto specum Salvatoris (grotta del Salvatore), ove si additava lo stabulum (mangiatoia). In un documento del 326 si parla di una mangiatoia scavata nella roccia, che potrebbe aver avuto supporti di legno: più tardi fu rivestita di lastre di metallo prezioso forate per permettere ai fedeli di vederla o toccarla e al tempo stesso per impedirne l'asportazione. Così, almeno in parte, si presenta tuttora la grotta di Betlemme venerata da innumerevoli fedeli; studi recenti confermerebbero la tradizione.
In Santa Maria Maggiore in Roma si conservano reliquie che, secondo la tradizione, sono parti della mangiatoia.

Il presepio è la rappresentazione mediante statuine della natività di Gesù. La tradizione ne fa risalire l’origine a San Francesco d'Assisi, che nel 1223 mise in atto il primo presepe umano nel paesino di Greccio.
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13976

Dalle Fonti Franscescane (corpus di tutti gli scritti ufficiali e biografie relative a san francesco d’Assisi e Santa Chiara d’Assisi)

468 A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.

C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

469 85. E giunge il giorno della letizia, il tempo dell'esultanza! Per l'occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s'accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l'asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l'umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme.

Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia.

Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l'Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.

470 86. Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù infervorato di amore celeste lo chiamava "il Bambino di Betlemme", e quel nome "Betlemme" lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva "Bambino di Betlemme" o "Gesù", passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole.

Vi si manifestano con abbondanza i doni dell'Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l'avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia.

471 87. Il fieno che era stato collocato nella mangiatoia fu conservato, perché per mezzo di esso il Signore guarisse nella sua misericordia giumenti e altri animali. E davvero è avvenuto che in quella regione, giumenti e altri animali, colpiti da diverse malattie, mangiando di quel fieno furono da esse liberati. Anzi, anche alcune donne che, durante un parto faticoso e doloroso, si posero addosso un poco di quel fieno, hanno felicemente partorito. Alla stessa maniera numerosi uomini e donne hanno ritrovato la salute.

Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di san Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell'anima e santificazione del corpo, la carne dell'Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. Egli con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen.[...]
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13977

La strada dei presepi e delle statuine dei pastori a Napoli

Le botteghe artigiane di via San Gregorio Armeno


Le botteghe, le statuine dei pastori ed i presepi

Difficile descrivere a parole o con immagini la moltitudine di botteghe, negozietti e bancarelle coloratissime che affollano Via San Gregorio Armeno: si è subito sopraffatti dalla quantità e dalla varietà dell’offerta.
Qui si può trovare di tutto per il presepe : dalle casette di sughero o di cartone in varie dimensioni, agli oggetti “meccanici” azionati dall’energia elettrica come mulini a vento o cascate, dalle statuine dei pastori in terracotta dipinti a mano a quelli alti 30 cm con abiti in tessuto cuciti su misura. Ci sono pure i pastori venditori di frutta, di pesce, il macellaio e l’acquaiola; ma pure il pizzaiolo “robotizzato” che inforna la pizza, i classici come Benito ed i Re Magi e naturalmente la Sacra Famiglia, con il corredo di bue ed asinello, in tutte le dimensioni, fatture e prezzi. Ma accanto a vere e proprie opere d’arte, frutto del lavoro di famiglie artigiane che si tramandano il mestiere da intere generazioni, si trovano aggetti a dir poco kitsch, che però denotano la fantasia e l’ironia dei napoletani: la statuetta (ma sarebbe meglio dire la caricatura) del politico o del VIP del momento è oramai divenuta uno dei classici sulle bancaralle di via San Gregorio Armeno. Alcuni artigiani si sono specializzati nella realizzazione di questi pastori sui generis e non appena un personaggio sale alla ribalta della cronaca, ne creano il relativo pastore, molto spesso enfatizzandone qualche particolare legato all’evento che lo ha reso famoso. Come non dimenticare Maradona con il suo pallone negli anni d’oro della squadra di calcio del Napoli o l’allora giudice Di Pietro e la schiera di politici condannati dell’era di Tangentopoli.

Gli innumerevoli presepi esposti catturano l’attenzione di grandi e piccini. Le botteghe offrono principalmente tutto il materiale necessario per costruirsi oppure per espandere il proprio presepe. Chi vuole, però, può naturalmente acquistare un presepe già fatto, comprando poi separatamente i pastori con cui addobbarlo. In genere si parte dai 35-45 euro per modelli semplici, ma realizzati con molta cura, per i pastori da 5 cm fino a giungere alle migliaia di euro per le grandi realizzazioni basate sulle riproduzioni dei pastori classici del Settecento.

Via San Gregorio Armeno può essere naturalmente visitata durante tutto l’anno: le gran parte delle botteghe sono sempre aperte e hanno in mostra i loro manufatti, benchè in numero ridotto. Però negli altri periodi dell’anno è possibile osservare i pastori ed ammirare gli artigiani a lavoro con maggior calma rispetto al periodo natalizio, dove il grande afflusso dei turisti rende la strada molto affollata.
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13978

domanda del 16:

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13992









come dare
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13993

DO








Ci guadagniamo da vivere con quello che prendiamo. Ci guadagniamo la vita con quello che diamo.
W. Churchill







Beati coloro che sanno dare senza ricordare e prendere senza dimenticare








A volte un piccolo gesto può significare molto per la vita di un altro







Chi ha molto, doni dalla sua ricchezza; chi ha poco, doni dal suo cuore
Proverbio arabo








Perchè è nel dare che riceviamo
San Francesco




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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13994

THEY KNOW






Chi dà possiede ogni cosa, chi accumula non possiede niente





Chi sa, insegni; chi ha, dia.





Non dire che vuoi dare, ma da'!
La speranza non la soddisferai mai.

Goethe





Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere.
A. Einstein





And in the end , the love you get is equal to the love you give
The Beatles







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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13995




This is the early evening edition of the news.

The recent fight in the House of Representatives was over the open housing
section of the Civil Rights Bill.
Brought traditional enemies together but it left the defenders of the
measure without the votes of their strongest supporters.
President Johnson originally proposed an outright ban covering discrimination
by everyone for every type of housing but it had no chance from the start
and everyone in Congress knew it.
A compromise was painfully worked out in the House Judiciary Committee.

In Los Angeles today comedian Lenny Bruce died of what was believed to be an
overdoes of narcotics.
Bruce was 42 years old.

Dr. Martin Luther King says he does not intend to cancel plans for an open
housing march Sunday into the Chicago suburb of Cicero.
Cook County Sheriff Richard Ogleby asked King to call off the march and the
police in Cicero said they would ask the National Guard to be called out
if it is held.
King, now in Atlanta, Georgia, plans to return to Chicago Tuesday.

In Chicago Richard Speck, accused murderer of nine student nurses, was brought
before a grand jury today for indictment.
The nurses were found stabbed an strangled in their Chicago apartment.

In Washington the atmosphere was tense today as a special subcommittee of the
House Committee on Un-American activities continued it's probe into anti-
Viet nam war protests.
Demonstrators were forcibly evicted from the hearings when they began chanting
anti-war slogans.

Former Vice-President Richard Nixon says that unless there is a substantial
increase in the present war effort in Vietnam, the U.S. should look forward
to five more years of war.
In a speech before the Convention of the Veterans of Foreign Wars in New York,
Nixon also said opposition to the war in this country is the greatest single
weapon working against the U.S.

That's the 7 o'clock edition of the news,
Goodnight.

Silent night
Holy night
All is calm
All is bright
Round yon virgin mother and child
Holy infant so tender and mild
Sleep in heavenly peace, sleep in heavenly peace.

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #13996

IT'S CHRISTMAS










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