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TOPIC: Calendario dell'Avvento 2012

Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14050

Già alla fine di novembre le piazze e i vicoli dei centri storici marchigiani iniziano ad animarsi e abbellirsi in vista del Natale e, anche se il freddo si fa più pungente, le luci e le musiche invitano ad uscire.
E' tempo dei mercatini di Natale, una tradizione europea che rivive anche tra i borghi marchigiani, di concerti in chiese e teatri, di presepi viventi, di fiere e di spettacoli itineranti.
Le Marche sono la regione ideale per andare alla scoperta di tradizioni e sapori perduti, anche se per la verità questa regione non è stata del tutto contaminata dai ritmi frenetici che sono proprie delle realtà metropolitane.
Contrariamente a quanto accade in altre regioni le Marche anche sotto il profilo gastronomico sono una terra al plurale dove ogni territorio ha la sua specialità, la sua tipicità.
Sulle tavole marchigiane a Natale non possono mancare:
Cappelletti in brodo;
Vincisgrassi (manzo macinato, salsiccia, rigaglie di pollo tritate, prosciutto crudo rosolate con il burro e aromi carni e aggiunta di funghi porcini con bicchiere di vino bianco e salsa di pomodoro, besciamella, noce moscata, parmigiano e ragù);
Cappone arrosto tartufato;
Come dolce, la Pizza de Nata’ (pasta di pane con frutta secca, uvetta, cioccolato in polvere, limone e arancio grattugiati, fichi e zucchero).


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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14051

Tra le varie manifestazioni natalizie toscane, quella di Lucignano vanta una notevole tradizione nel campo del folclore, legata in qualche modo alla sua condizione di borgo agricolo. Il suo centro storico, ospita a dicembre questa antica manifestazione per l'acquisto dei regali di Natale: la Fiera del Ceppo, conosciuta anticamente anche come Fiera del Cappone, si svolge ogni anno il sabato e la domenica antecedenti il Natale. La Fiera del Ceppo conserva ancora oggi l'aspetto di un momento di riconoscimento collettivo. I suoni, i colori, la moltitudine di persone che assiepano, almeno per due giorni, le vie del paese sono degna cornice di uno spettacolo vivo e concreto.
A Siena, mentre nella chiesa di Santa Lucia si svolgono le funzioni religiose, la benedizione degli occhi e l'offerta dei panini benedetti, nel centro storico si svolge una fiera che è particolarmente amata dai bambini. Oltre alle ceramiche e alle terrecotte dell'artigianato senese, vi si trovano infatti giochi, dolciumi e le caratteristiche e coloratissime campanine di Santa Lucia. La sera della Vigilia di Natale invece, ad Abbadia San Salvatore, il calore del fuoco delle fiaccole e i canti delle pastorelle fanno ritornare alla memoria ricordi antichi e si può vivere la magica atmosfera della Vigilia in un borgo medievale illuminato a giorno. L'origine delle "fiaccole" si fa risalire al tempo in cui gli abitanti dei villaggi sparsi intorno all'Abbazia del S.S.Salvatore, venuti in città, accendevano questi fuochi per riscaldarsi nella veglia di Natale, in attesa della Messa di mezzanotte.
Sulle tavole Toscane a Natale non possono mancare:
Crostini di fegatini;
Antipasti al tartufo;
Brodo di cappone in tazza o cappelletti in brodo;
Arrosto di faraona, anatra, fegatelli e tordi con insalata di campo;
Tacchina o cappone ripieni e sformato di gobbi.
Come dolci: i cavallucci, il panforte e i ricciarelli.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14052

Il Natale nel Lazio, come ogni anno, è un susseguirsi di eventi straordinari, appuntamenti culturali che spaziano dalla musica sacra ai concerti nelle piazze, al teatro, agli appuntamenti per i più piccoli.
Già a partire dalla settimana di Natale e per tutte le festività natalizie, a Roma sarà possibile visitare i vari mercatini natalizi nelle piazze, con le offerte dei fuochi d’artificio e dei cibi tipici destinati al veglione di Capodanno. Non mancheranno anche gli appuntamenti culturali nelle mostre e nei musei, che resteranno aperti in orari straordinari durante le feste. Viterbo è sicuramente uno dei luoghi ideali del Lazio per vivere il Natale: tra i borghi medievali, le suggestive piazze (piazza S: Lorenzo è una della più belli di tutta Italia), tra le numerose bancarelle che espongono giocattoli, idee regalo, abbigliamento, cappelli e guanti, libri, dolci di ogni tipo, prodotti tipici e, anche se non è proprio un vanto locale, il vin brulé. Il tradizionale Mercatino di Natale di Viterbo si svolge in pieno centro.
In ogni caso la tradizione più attesa in questa regione è sicuramente quella della Befana è: è lei che durante gli ultimi due secoli ha portato giochi e dolci ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi.
Sulle tavole laziali a Natale non possono mancare:
Bruschetta;
Filetti di baccalà e broccoli fritti;
Zuppa di arzilla con broccoli e vongole;
Tacchino ripieno con castagne e salsiccia;
Come dolce il pangiallo (impasto di frutta secca e canditi con farina, miele e cioccolato).


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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14053

L’Abruzzo è una delle regioni che mantiene la tradizione del ceppo natalizio da ardere.
A Palena, infatti, è ancora usanza ardere tredici piccoli legni, in memoria di Cristo e degli apostoli. Non solo, in Abruzzo si possono trovare tante altre manifestazioni folcloristiche nel periodo natalizio, come per esempio quella della TOMBA DI NATALE, un grande falò nella piazza delle chiese, che ha luogo la notte del 24 dicembre. Famosissima è anche la FIACCOLATA DI FINE ANNO, che si fa la notte di San Silvestro, lungo la discesa della pista direttissima di Pescasseroli, curata per tradizione dai maestri di sci. Sempre a Pescasseroli sono da vedere il Presepe in cartapesta a grandezza naturale e anche il presepe permanente nel centro storico del paese, con i personaggi realizzati da artigiani locali.
Sulle tavole abruzzesi a Natale non possono mancare:
Minestra di cardi;
Lu rintrocilio (pasta con sugo di castrato, maiale, peperoncino e pecorino grattugiato);
Tacchinella in brodo (condita con aglio pepe, bacche di ginepro, finocchio, rosmarino, alloro, salvia, timo, menta e maggiorana);
Come dolci: calgionetti fritti (panzerottini dolci con marmellata d’uva nera detta scurchjiata, maritata con noci tritate, mandorle triturate, mosto e cacao) e scrippedde.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14054

Il Molise è terra di zampogne e di zampognari. È un importante simbolo etnico, un emblema presente in vari aspetti della storia e della cultura. Per novena, in senso lato, si intende un rituale religioso che dura nove giorni, ma Novena è anche il nome che si dà al brano musicale, tipico del periodo natalizio, eseguito dagli zampognari (il brano è detto anche Pastorale o Pastorella).L'8 e il 24 Dicembre di ogni anno, all'imbrunire, Agnone (Isernia) diventa teatro di uno spettacolo unico ed irripetibile: ripercorrendo le tappe di un passato semi-ancestrale gli "attori", indossando i tipici costumi agresti del secolo scorso, sfilano per le vie cittadine portando fasci di fuoco, creando composizioni e danze suggestive. Lo spettatore si trova, così, catapultato indietro nel tempo quando, alla vigilia di Natale, gli abitanti del circondario si recavano in paese alla messa di mezzanotte, illuminando, con il fuoco il buio degli impervi sentieri di montagna.
Sulle tavole molisane a Natale non possono mancare:
Zuppa di cardi;
Pizza di Franz in brodo caldo (pezzettini di pizza a base di uova parmigiano grattugiato e prezzemolo al forno);
Maccarun ch'i hiucc;
Baccalà arracanato (mollica di pane aglio prezzemolo origano uva passa pinoli e noci);
Baccalà al forno con verza, prezzemolo, mollica di pane, uvetta e gherigli di noci;
Per dolce: i Calciuni (a base di farina, vino, castagne lessate, rhum, cioccolato, miele, mandorle, cedro candito, cannella, uova e vaniglia).



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14055

Sarà perchè in Umbria nacque San Francesco (che ricordiamo è l'inventore del Presepe nella forma che noi tutti conosciamo), sarà perchè qui da sempre si vive una spiritualità diffusa, sarà per l'aria che si respira... Ad ogni modo è difficile trovare un’altra regione in cui sia tanto sentita la tradizione del Natale.
Ecco quindi che nel mese di Dicembre si assiste, nelle città umbre, a tutto un fiorire di alberi di Natale, presepi ad altezza naturale, presepi viventi, tutte opere realizzate grazie al contribuito volontario di tante persone.
In occasione del Natale, tutte le chiese dell'Umbria celebrano solenni liturgie, mentre quasi tutti i luoghi di culto sono allietati da concerti di musica sacra e cori natalizi. In contemporanea, si possono ammirare presepi artistici di grande pregio e presepi viventi in molti centri. Particolarmente suggestivi e spettacolari sono l'Albero di Natale allestito a Gubbio (il più grande del mondo) e la stella cometa di Miranda, a Terni.
Sulle tavole umbre a Natale non possono mancare:
Cappelletti ripieni di cappone e piccione;
Contorno di cardi umbri;
Cappone bollito;
Come dolce il panpepato (farina, noci, cioccolato fondente, mandorle, scorza di arancia candita, uva passa, miele, pinoli, nocciole, pepe macinato e vino rosso), le pinoccate (fatte di zucchero e pinoli) e il torciglione (serpentello di pasta dolce con mandorle).



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14056

Il Natale è il periodo dell’anno in cui si concentrano le maggiori festività: è quindi in questi giorni che in Puglia la gente si prepara a vivere in pieno le tradizioni che gli sono state tramandate e fra queste, occupano un posto di rilievo quelle culinarie. Esiste nella memoria di ognuno un “calendario della cucina”, uno scadenzario, quasi un’agenda, sulla quale sono idealmente segnati piatti tipici a seconda della ricorrenza. Si tratta di pietanze che, nella tradizione gastronomica delle comunità civiche di appartenenza, costituiscono il “distinguo”, l’identità, il codice genetico. Così, pensando al Natale vengono immediatamente in mente "lu fucazieddu", "li carteddate" e le "sannacchiutele".
La tradizione natalizia pugliese è però legata anche ai presepi. La diffusione a livello popolare del presepe si realizza pienamente nel '800, quando ogni famiglia in occasione del Natale costruiva un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro forniti da un fiorente artigianato.
Sulle tavole pugliesi a Natale non possono mancare:
Lasagne al forno;
Baccalà in umido con lambascioni (cipolline dal gusto amarognolo che si trovano sottoterra, allo stato selvatico);
Focaccia pugliese;
Agnello e salsiccia alla griglia con cime di rapa;
Come dolci: le carteddate ( fritte a forma di rosa e guarnite con miele o mosto) e i porcedduzzi (gnocchetti disposti a piramide con miele e zuccherini colorati).



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14057

A Napoli e in tutta la Campania non mancano certo i presepi, le zampogne e i mercatini natalizi, tradizioni arrivate da nord che però arricchiscono e rendono ancora più magiche le feste di Natale campane.
Le preparazioni natalizie locali sono però più legate alla rinomata tradizione pasticciera nostrana: roccoco', susamielli, divino amore, zeppole e struffoli; tutto questo ci riconduce al periodo dell'avvento, a lunghe serate in casa, al gioco della tombola. Il profumo delle zeppole fritte, durante la fase della preparazione, impregna tutti gli abiti, le finestre chiuse e il vapore acqueo che si forma sui vetri. Nelle famiglie le nonne hanno sempre sostenuto che quando si preparano gli struffoli non bisogna né farsi vedere, né far sentire l'odore alla gente invidiosa: finirebbero con lo scoppiare!

Sulle tavole campane a Natale non possono mancare:
Minestra maritata di cicoria scarole e "borraccia" (erba amara e pelosa) in brodo di cappone con aggiunta facoltativa di uova sbattute con peperoncino e carne di vitello;
Spaghetti alle vongole;
Totani e patate;
Cappone imbottito;
Insalata di rinforzo (cavolfiore, sottaceti misti, peperoni detti papacelle olive di Gaeta e acciughe salate) accompagnata dalle immancabili friselle (crostini di pane circolari) e dai broccoli con aglio e peperoncino;
Come dolci: Struffoli, Roccocò e frutta secca.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14058

Un tempo a Natale, dopo la Messa di Mezzanotte, era usanza in Basilicata vedere per le vie la gente manifestare l'allegria e la fede dell'animo, dando e ricevendo felicitazioni ed auguri. Intanto tra pensieri di chiesa e di auguri si preparava il pranzo di rito, torcendo il collo a grossi capponi, a galline vecchie ed in mancanza di polli si suppliva con carne di maiale e con conigli. Oggi si presenta così il Natale dei lucani: tradizioni, profumi, colori, festa, corsa ai regali e tanta buona cucina. L'unica festa religiosa che, per eccellenza, riesce a mantenere sempre vivi riti e modi di fare che si trasmettono di padre in figlio. Anno dopo anno i gesti sono sempre gli stessi, anche se il rito che si ripete con più forza è quello della cucina. In questa giornata si riscopre il piacere di una tavola imbandita e di riassaporare i gusti di una volta e che appartengono alla propria tradizione culinaria. Non mancano però commemorazioni di altro genere, come per esempio a Matera, dove anche la natura offre il suo contributo natalizio: la scenografia non delude neppure i più esigenti perchè i Sassi vengono illuminati nella loro parte più suggestiva (la rupe dell'Idris e le case sottostanti) da una gigantesca cometa luminosa, per ricreare lo splendore di un presepe naturale, scavato nel tufo.
Sulle tavole della Basilicata a Natale non possono mancare:
Minestra di scarole, verze e cardi (cotta in brodo di tacchino e salami con aggiunta di formaggio grattugiato e a pezzettini);
Baccalà lesso con peperoni cruschi (seccati al sole e calati per pochi secondi nell'olio d'oliva bollente);
Strascinari al ragù di carne mista (pasta casereccia chiamata così perché strisciati a forza con le dita);
Piccilatiedd, pane con le mandorle;
Pettole (pasta lievitata fritta con alici);
Come dolci i calzoncelli (panzerotti fritti ripieni di salsa di ceci o castagne lesse) o i dolcetti di Natale.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14059

L’odore aspro dell’olio fritto, misto a quello della cannella, che si spande per le strade e i vicoli dei centri storici della Calabria, avverte che il Natale è alle porte. Fare i cullurielli è uno dei tanti modi tradizionali di festeggiare la venuta del Messia; secondo l’usanza, solo alle famiglie povere e a quelle a “lutto” non è consentito tale lusso.
Questo rito si svolge solitamente anche il giorno di Santa Lucia, giorno importante e di festa nella tradizione calabrese, preceduto da una Vigilia “di magro”, molto simile a quella di Natale.
A Corigliano sono da segnalare nel menu le trìdici cosi: tredici varietà di frutta, fra le quali non dovevano mancare lupini, corbezzoli e mirtilli. Per l'occasione si spillava il vino nuovo.
Sulle tavole calabresi a Natale non possono mancare:
Minestra in brodo di cappone;
Pasta china (lasagne o grossi maccheroni rigati al forno farciti con polpettine di vitello, salame piccante, provola dolce, caciocavallo e pecorino);
Stoccafisso con la 'ghiotta (sughetto di olio, cipolla, pomodori, olive, capperi e uvetta);
Capretto e Vrùocculi nìvuri ammullicàti (broccoli conditi con pepe nero, alloro, aglio e pan grattato);
Come dolci: i Quazunìelli (calzoncini ripieni di uva passa, noci, mosto cotto e cannella) o Cullurielli e Pitta 'mpigliata.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14060

Le tradizioni musicali connesse alla celebrazione del Natale si sono mantenute in Sicilia particolarmente vitali. Con canti, musiche strumentali e azioni drammatiche si torna ogni anno a celebrare la Natività. Il periodo preparatorio è la Novena di Natale, che in Sicilia viene allietata dai ciaramiddari (suonatori di cennamella, una specie di oboe, anticamente usato dai pastori). Durante il periodo natalizio in Piazza del Popolo viene allestito sulla scenografica facciata barocca della Basilica di S. Sebastiano l’Albero di Natale più alto di Sicilia, e i presepi artistici degli "Iblei". Nel centro storico si sussegue un circuito di presepi, ed il Presepe Vivente.
La stagione natalizia può esser intesa non solamente nel senso strettamente religioso legato alla nascita di Gesù, o in quello puramente folcloristico, legato ai festeggiamenti effettuati nelle varie città come i Presepi Viventi, ma anche dal punto di vista culinario legato alle tipiche ricette isolane.
Sulle tavole sicule a Natale non possono mancare:
Brodo di gallina;
Sformato di anellini al forno con ricotta;
Pasta con le sarde;
Sarde a beccafico (ripiene di mollica, pinoli, bucce di arance, foglie di alloro e uva passa);
Insalata di aringhe e arance;
Carne con pancetta coppata con contorno di sparaceddi e caponata;
Per dolce: i mustazzoli (a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano), dolci di carne (vitello tritato finemente, mandorle abbrustolite, cioccolato fondente, cannella e chiare d'uovo) e cubbàita (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi) gustati con vini siciliani come Zibibbo, Passito di Pantelleria e Malvasia delle Lipari.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14061

Nell’entroterra di una Sardegna nota ai più per le sue incantevoli destinazioni balneari, si tramandano tradizioni natalizie dense di antiche atmosfere e sapori genuini. Gergei e Desulo ne sono un esempio, con gli appuntamenti e gli eventi dedicati al Natale. Vicoli, stradine in pietra, archi, cantine, granai e stalle del centro storico si animano per ospitare l’evento e fanno da sfondo alla Palestina di duemila anni fa, qui rappresentata dai personaggi in costume d’epoca, dalla ricostruzione delle ambientazioni e dai magici giochi di luce delle torce e delle fiaccole. Ad accrescere la sacra suggestione, anche il profumo degli incensi e il diffondersi degli odori caratteristici del Natale: caldarroste, mandarini e piatti caldi tipici serviti ai viandanti. I visitatori assistono così alla preparazione della pasta e alla cottura del pane, alla battitura del ferro e alla lavorazione del legno o ai giochi dei bambini che scorazzano per strada.
Infine, tutta la comunità si riunisce intorno ad un grande falò per scambiarsi gli auguri e consumare bevande calde e pietanze tipiche del Natale.
Sulle tavole sarde a Natale non possono mancare:
Salumi, salsicce e olive con finocchio selvatico;
Culigones de casu (ravioli ripieni di pecorino fresco, bietola, noce moscata e zafferano) conditi con sugo di pomodoro e pecorino grattugiato;
Gnocchetti al ragù d’agnello;
Agnello o capretto arrosto con verdure;
Gueffus (panini lievitati con noci, pinoli e cannella assieme a mosto zuccherino) con patate;
Come dolce le pabassinas (noci e mandorle tritate, uvetta, buccia d'arancia, semi di anice e sapa, mosto cotto).



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14062

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Tradizioni di Natale in Italia



Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423


Il periodo natalizio è un insieme di festività che inizia alla fine di novembre e termina il 6 gennaio con l’Epifania.


Il periodo natalizio comprende:

Avvento, ovvero il periodo che nella liturgia cristiana precede il Natale e segna l’inizio di un nuovo anno liturgico dell’anno ecclesiastico occidentale. Significa “venuta” ed è preparatorio al Natale, ma per convenzione, indica l’”attesa” del Natale stesso.
Vigilia di Natale, il giorno che precede quella che è considerata una delle principali festività del cristianesimo. Cade il 24 dicembre. Si celebra, nella notte, la nascita di Gesù Cristo, avvenuta in una grotta di Betlemme, nella Giudea, regione della Palestina.
Natale, festività cristiana che celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio e della Vergine Maria. Cade il 25 dicembre.
Giorno di Santo Stefano, festività celebrata il 26 dicembre dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Protestante. In questo giorno si ricorda S. Stefano, primo martire cristiano.
Capodanno, primo giorno dell’anno. Nel mondo moderno cade il 1º gennaio del calendario gregoriano in uso ai fini civili in tutto il mondo, e nella larghissima maggioranza degli Stati è un giorno di festa.
Epifania, sta ad indicare l’Epifania del Signore, ovvero la prima manifestazione della divinità di Gesù all’intera umanità, con la visita solenne, l’offerta di doni altamente significativi e l’adorazione dei magi. La festa cristiana cade il 6 gennaio, cioè dodici giorni dopo il Natale.
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14066

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Natale nella tradizione



Giotto, Il Presepe di Greccio, Assisi

Oltre ad essere la tradizione più importante e rappresentativa del Natale, quella del presepe è anche la più antica: il primo presepe fu realizzato da San Francesco e dai suoi frati nella notte fra il 24 e il 25 dicembre 1223 tra le montagne di Greccio, presso Rieti. Il primo presepe è in realà una messa celebrata eccezionalmente in una grotta anzichè in una chiesa. Essendo infatti vietati i drami sacri in Chiesa, quando giunse la notte santa, all’interno della grotta fu posta una greppia riempita di paglia e accanto vennero messi un asino e un bue. Accorsero dai dintorni contadini di Greccio e alcuni Frati che illuminarono la notte con le fiaccole. Francesco, che non era sacerdote, predicò per il popolo riunito. La scena fu in seguito rappresentata da Giotto: si tratta della tredicesima delle ventotto scene del ciclo degli affreschi delle Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi fra il 1290 e il 1295.



Arnolfo di Cambio, Presepe, 1283

Gli elementi della Natività sono presenti nei Vangeli di Luca e Matteo. Luca (Ev. 2, 7) narra infatti della umile nascita di Gesù “in una mangiatoia perché non c’era per essi posto nell’albergo”; dell’annunzio dato ai pastori; dei magi venuti da Oriente seguendo la stella per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciano già Re. Il bue e l’asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l’umanità; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l’umanità da redimere e infine Maria e Giuseppe rappresentati a partire dal XIII secolo, in atteggiamento di adorazione proprio per sottolineare la regalità dell’infante. Il primo presepe con personaggi a tutto tondo risalirebbe al 1283, e fu opera di Arnolfo di Cambio che scolpì otto statuette in legno rappresentanti i personaggi della Natività ed i Magi. Tale presepe si trova ancora nella Basilica romana di S. Maria Maggiore.

Da allora e fino alla metà del 1400 gli artisti modellano statue di legno o terracotta che sistemano davanti a un fondale pitturato riproducente un paesaggio che fa da sfondo alla scena della Natività; il presepe è esposto all’interno delle chiese nel periodo natalizio. Culla di tale attività artistica fu la Toscana ma ben presto il presepe si diffuse nel regno di Napoli ad opera di Carlo III di Borbone e nel resto degli Stati italiani. Nel ’600 e ’700 gli artisti napoletani danno alla sacra rappresentazione un’impronta naturalistica inserendo la Natività nel paesaggio campano ricostruito in scorci di vita che vedono personaggi della nobiltà, della borghesia e del popolo rappresentati nelle loro occupazioni giornaliere o nei momenti di svago: nelle taverne a banchettare o impegnati in balli e serenate. Ulteriore novità è la trasformazione delle statue in manichini di legno con arti in fil di ferro, per dare l’impressione del movimento, abbigliati con indumenti propri dell’epoca e muniti degli strumenti di svago o di lavoro tipici dei mestieri esercitati e tutti riprodotti con esattezza anche nei minimi particolari. In questo periodo si distinguono anche gli artisti liguri in particolare a Genova, e quelli siciliani che, in genere, si ispirano sia per la tecnica che per il realismo scenico, alla tradizione napoletana con alcune eccezioni come ad esempio l’uso della cera a Palermo e Siracusa. Sempre nel ’700 si diffonde il presepio meccanico o di movimento. La diffusione a livello popolare si realizza pienamente nel ’800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali – statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro – forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo si caratterizza l’arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l’uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa.





La tradizione dell’albero di Natale è molto recente rispetto a quella del Presepe La tradizione di piantare ed ornare un albero nel periodo di Natale risale ai popoli germanici. Infatti verso il secolo XI, nell’Europa dei Nord, sì diffuse l’uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia. Una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l’albero della conoscenza del bene e del male del giardino dell’Eden si ricorreva, data la regione e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti. Da quell’antica tradizione si giunse via via all’albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia. L’abete di Natale assunse gradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiare la figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccato: per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14067

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Natale nel folkore

Babbo Natale, la Befana, lo scambio dei doni, gli auguri reciproci, i baci sotto il vischio, l’uso di decorazioni, il gioco della tombola sono alcune delle tradizioni del Natale. Ma il Natale è principalmente il momento in cui le famiglie, gli amici si riuniscono, in particolare a tavola. Ogni regione ha le proprie caratteristiche culinarie, ma l’unica caratteristica comune a tutte le ricette regionali è la presenza del pesce: la sera della vigilia il capitone è presente su molte tavole italiane, in particolare in Abruzzo, Lazio, Marche e Campania.

In Calabria la cena si apre con la frittura di carciofi e le “zeppole”, poi cena a base di stoccafisso. Il pranzo di Natale invece deve essere composto da tredici portate secondo la tradizione.

Anche in Basilicata la cena è composta da tredici portate, a base di pesce. Come primo, sulle tavole pugliesi troviamo i tradizionali raschiatelli, una pasta particolare di grano duro.

In Campania tutto è a base di pesce, dagli spaghetti alle vongole al tradizionale capitone. E poi il dolce tradizionale, gli “struffoli”.

In Emilia Romagna mangerete tortellini a cena, senza carne seguiti da un secondo di pesce e a pranzo rigorosamente in brodo, seguiti da cotechino e salsicce.

Nelle Marche il piatto forte è il tacchino arrosto a pranzo, mentre la cena è abbondante: maccheroni allo stoccafisso e il classico capitone.

In Puglia troverete spaghettini fatti in casa secondo la tradizione, conditi con il sugo al pesce, seguiti dal capitone. Anche qui la cena deve essere composta da tredici portate.

In Trentino Alto Adige sulle tavole troverete i piatti regionali tipici, minestre e formaggio la sera e polenta, arrosti, salsicce e crauti a pranzo.

Nel Lazio, come in altre regioni, il piatto forte sarà il capitone, mentre a pranzo si servirà il cappone o la gallina.

I Siciliani generalmente prediligono la pasta a base di pesce, generalmente con le acciughe, ma sono i dolci il vero piatto forte: cannoli, pignolata e torrone.

In Veneto invece la tradizione vuole che la cena si concluda con la “sbrisolona”, dolce alle mandorle tipico veneto, e con un bicchiere di grappa.

Naturalmente non si può dimenticare il tipico dolce milanese natalizio, il Panettone e il veneto Pandoro.
Il Panettone è ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova o anche tuorli, al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta.

Nasce a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, e ancora oggi è prodotto secondo la ricetta di 500 anni fa.

Il Pandoro è un tipico dolce veronese. Secondo alcuni le origini della ricetta sono da ricercare in Austria, dove si produceva il cosiddetto “Pane di Vienna”, probabilmente derivato, a sua volta, dalla “brioche” francese. Secondo altri, invece, potrebbe derivare dal “pane de oro” che veniva servito sulle tavole dei più ricchi veneziani. La sua nascita risale al 1800, come evoluzione del “Nadalin”, dolce veronese. Il 14 ottobre 1894 Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima industria dolciaria, depositò all’ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell’artista Angelo Dall’Oca Bianca, pittore impressionista. Fra gli ingredienti si annoverano: farina, zucchero, uova, burro, burro di cacao e lievito.



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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14068

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Mercatini di natale



Mercatino natalizio di Bolzano

La tradizione dei mercati di Natale risale a un tempo in cui gli acquisti all’ingrosso non si facevano nei supermercati, ma bisognava aspettare le fiere organizzate in genere alla scadenza di ricorrenze annuali come ad esempio il periodo dell’Avvento. Le prime tracce di mercati di Natale risalgono al XIV secolo in Germania e Alsazia con il nome di Mercato di San Nicola. Il primo documento che attesta un mercato di Natale è datato 1434 e cita un Striezelmarkt (mercato degli ‘Striezel’, un dolce tedesco) che ha avuto luogo a Dresda, il lunedì precedente il Natale. Più tardi, durante la Riforma protestante, il nome fu ribattezzato in Christkindlmarkt, per opposizione al culto dei santi. Altri antichi mercati sono quello di Strasburgo che risale al 1570, e quello di Norimberga del 1628. Un importante rinnovamento, da considerarsi di matrice commerciale, è avvenuto negli anni novanta: numerose città europee hanno instaurato un proprio mercatino di Natale. In Italia il primo mercatino è sorto a Bolzano, nel 1990, esso ha raggiunto, negli anni, importati affluenze di visitatori.

La tradizione dei Mercatini di Natale interesse moltissime città europee ed italiane, da Londra a Parigi, da Budapest a Berlino, fino ad arrivare a Innsbruck, Monaco, Francoforte, Salisburgo e Vienna, passando poi per l’Italia, con i mercatini di

Arco: dal 20 novembre al 20 dicembre
Bolzano: Piazza Walther, fino al 23 dicembre 2009
Bressanone: Piazza Duomo, fino al 6 gennaio 2010
Brunico: Via Bastioni e Piazza del Municipio, fino al 6 gennaio 2010
Levico: Parco degli Asburgo, fino al 6 gennaio 2010
Merano: Passeggiata Lungo Passirio, fino al 6 gennaio 2010
Napoli: via San Giovanni Armeno a Spaccanapoli, dicembre 2009
Roma: Viale dello Stadio Flaminio 10 – 13 dicembre 2009
Torino: Piazza Borgo Dora, fino al 23 dicembre 2009
Vipiteno: Piazza Città, fino al 6 gennaio 2010
Verona: Cortile Mercato Vecchio, fino al 20 dicembre 2009
San Marino: Via Eugippo e piazzale Lo Stradone, fino al 6 gennaio 2010
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 4 months ago #14069



domanda del 18:

qual è il nome della pianta ornamentale simbolo del Natale?


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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 3 months ago #14123










come Concerto di Natale
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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 3 months ago #14124

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Calendario dell'Avvento 2012 12 years 3 months ago #14125

Mentre preparavo i brani per il concerto di Natale, rimuginavo in quale luogo mi sarebbe piaciuto ambientarlo.

Probabilmente un teatro.

E allora – mi sono detto – pensiamo in grande; ed ho scelto la Scala di Milano.






Anche se non ci sono mai stato, mi sembrava una scelta prestigiosa e ben adatta all’importanza del concerto riservato agli amici di OSW.
Però, a ripensarci bene, noi siamo pochi ed il teatro è parecchio grande: avremmo finito per sentirci a disagio là dentro. Senza aggiungere che un teatro semivuoto dà un senso di tristezza che sarebbe fuori luogo per l’occasione.
Se teatro deve essere – ho pensato – dovrò cercare qualcosa di più intimo e raccolto; uno di quei posti di cui solitamente si dice che sembrano una bomboniera.
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